Weekly Playlist N.07 (2021)

 

Fa molto piacere notare come le uscite di minore eco mediatica consigliate da Pagan Storm Webzine non vengano più ignorate dalla stampa dedicata, bensì direttamente bollate come prodotti anche validi eppure sempre di scarso interesse nel grande scacchiere del Black Metal; insomma, quando ancora c’era il coraggio di assegnare una bella stroncatura qualche pazzo si lanciava comunque in un tentativo di ascolto, magari attratto dall’orrido, mentre oggi basta invece un 6,5 / 65 (in decimi o centesimi di valutazione che si preferiscano) per condannare anzitempo un album all’oblio completo. La prova di ciò l’abbiamo avuta vedendo trattati, a recente esempio, come sprechi di soldi i quattro full-length proposti nell’articolo sul meglio venuto fuori durante gennaio, mese che ha già aperto con grandi speranze un’annata che si preannuncia nera tanto quanto la precedente su pressoché ogni fronte stilistico.
Vi è saggezza nel sangue almeno quanta ve n’è nei solchi di Apotheosis”, terzo album degli Aethyrick nonché indiscusso disco del mese che ci teniamo a far provare a più gente possibile, magari anche attraverso le soavi partiture di una magica “In Blood Wisdom”; a tallonare a strettissimo giro i nordici ci hanno poi pensato i gemelli dalla tundra Grima, anch’essi applauditi da buona parte della redazione grazie al fresco Rotten Garden” in cui troverete dell’altro ottimo, caratteristico e non trascurabile Black di stampo atmosferico (e in questo caso folkloristico) dentro tracce quali la prescelta “Grom”. Che si propenda per fare una passeggiata nelle foreste finlandesi piuttosto che in quelle russe, è del resto poi lecito che qualcuno in sala preferisca invece roba meno sofisticata e col giusto impatto: a loro è quindi dedicata l’instant hit “Salvation”, brano che chiude col botto il rampante Breathing The Void” degli elvetici Hån mostrandoci cosa sarebbe successo se a dei Blink-182 svizzeri fosse venuta la fissa per la Norvegia prima di evolversi splendidamente in sette minuti abbondanti.
Mica male per un mese soltanto, o no? Dopo un gennaio quindi pazzerello ed un febbraio del medesimo se non superiore tenore, durante la settimana abbiamo inoltre appreso una volta per tutte che la primavera ’21 ci avrebbe portato molto di meglio rispetto ai vaccini e all’immunità di gregge; ad esempio, mentre il mondo esterno si disperava per due tizi coi caschi di cui non si sentiva nulla dal 2013, gli adepti del giro transilvano hanno finalmente ascoltato un inedito dei Dordeduh dopo nove maledettissimi anni di silenzio. Saranno i sette minuti abbondanti (e non i nemmeno quattro dell’infame e fuorviante videoclip) di “Desferecat” a presentare per primi il nuovo Har”, la cui copertina improbabile farà presumibile bella mostra di sé sugli scaffali a partire dal 14 maggio, mentre per il momento tocca accontentarsi del solo e anomalo singolo come incipit di puntata. Se però il ritorno dei romeni lascia spazio a molteplici speculazioni dopo una pausa tanto estesa, al contrario nessun dubbio si può nutrire né troppe chiacchiere impiegare sulla prossima fatica dei norreni Vreid, disponibile invece dal 30 aprile: ritmo implacabile, accelerazioni da brividi, cori disumani ad intrecciarsi col sempre abrasivo Sture – insomma, benvenuti nel “Wild North West”; e sempre dalla appena istituita contea del Vestland e sempre con nel cuore la grinta di guerrieri come Arntor e Valfar, gli imberbi -non di fatto- Nifrost si sono prodigati nella nuova traccia “Eit Siste Ynskje”, pubblicata senza troppi proclami o annunci come anteprima dal nuovo full-length intitolato “Orkja” e in arrivo in primavera per Dusktone, oltre che sicuramente graditissima agli amanti dell’epica nordica.
Gli abitanti delle zone arancioni, rosse o rosa shocking necessitano del resto di qualche uscita che li tenga particolarmente occupati nell’immediato, e caso vuole che dalla Polonia abbia fatto capolino la coloratissima copertina di W Śnialni”, sesto full-length dei nostri conoscenti Furia rilasciato quasi a brucio domenica scorsa. I due pezzi dalla durata complessiva di mezz’ora li potete comodamente trovare cliccando qui, mentre in playlist per questioni di tempo e di salvaguardia delle vostre diottrie potrete invece gustarvi “Zamawianie Drugie” e le ciminiere che nel 2014 adornavano quello che resta ad oggi il loro picco massimo Nocel”. Meanwhile in Greece, sembra che una creatura mai vista stia muovendo i primi passi tra sessioni di registrazione e fughe di notizie dallo studio; si chiamano Thyrathen e nel loro esordio promesso come ambizioso ma ancora avvolto dal mistero compaiono dietro al microfono i signorotti Necroabyssious ed Alexandros, quest’ultimo dal nickname sicuramente meno roboante ma dall’estro creativo secondo a nessuno come dimostrano da oltre tre lustri i suoi Macabre Omen. Nel 2005 la sontuosa seconda metà della suite “Hellas: Ode B” metteva il sigillo sul debutto The Ancient Returns”, una scossa inaspettata per l’ambiente ellenico i cui effetti si propagano tutt’oggi a giudicare dalla mole di lavori anche eccellenti realizzati all’ombra del Partenone.
Ma se proprio si vuole fare l’azzardo di ragionare per nazioni, allora non si può che cedere il passo alla Finlandia non solo per le pubblicazioni contemporanee ma pure quando si vuole rimettere mano agli anni più recenti e fare il punto sulla situazione attuale: Darkest Past, nella persona del nostro prode Caldix, ci ha provato la scorsa domenica tentando di rendere al meglio la moltitudine di suoni, ambienti, odori, ricordi e sensazioni racchiusa in due dischi forse lontani per stile ma geograficamente e cronologicamente (nonché in parte anche per sensazioni) vicini, usciti lo stesso preciso giorno di dieci inverni or sono dalle fucine della Terra dei Mille Laghi. Ogni volta che laser ottico o puntina colpiscono Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa”, viene da domandarsi come mai ai posti di comando nel grande circo del pianeta Terra vi siano banchieri rettiliani e non i Moonsorrow, la cui introduzione alla maestosa “Huuto” drizza ancora i peli sulle braccia come fosse il 2011. Nonostante questa palese ingiustizia ai cugini Sorvali il successo è comunque bene o male arrivato, cosa che non si può dire di molti colleghi altrettanto meritevoli condannati alla sola dimensione underground; certo, per gente con lo slancio vitale dei Totalselfhatred la notorietà mancata è in realtà l’ultimo dei problemi, ma l’esplosione del carrozzone più tristone già in corso ai tempi del sophomore record Apocalypse In Your Heart” avrebbe forse potuto dare loro le stesse perverse soddisfazioni date a noi da “Anything”, ma probabilmente si tratta dello scotto inevitabile da pagare quando preferisci far parlare la musica anziché le automutilazioni sul palco.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Dordeduh“Desferecat” (from Har”, Prophecy Productions 2021)

2. Aethyrick“In Blood Wisdom” (from Apotheosis”, The Sinister Flame Records 2021)

3. Moonsorrow“Huuto” (from Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa”, Spinefarm Records 2011)

4. Furia“Zamawianie Drugie” (from Nocel”, Pagan Records 2014)

5. Vreid“Wild North West” (from Wild North West”, Season Of Mist Records 2021)

6. Totalselfhatred“Anything” (from Apocalypse In Your Heart”, Osmose Productions 2011)

7. Nifrost“Eit Siste Ynskje” (from Orkja”, Dusktone Records 2021)

8. Grima“Grom” (from Rotten Garden”, Naturmacht Productions 2021)

9. Hån“Salvation” (from Breathing The Void”, Northern Silence Productions 2021)

10. Macabre Omen“Hellas: Ode B” (from The Ancient Returns”, Blutreinheit Productions 2005)

Michele “Ordog” Finelli

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