Weekly Playlist N.07 (2020)

 

Non si vuole rigirare più di tanto il coltello nella piaga ma abbiamo l’impressione che la lunghezza considerevole di questa playlist non sarà un grosso problema per alcuni di voi, per la prima volta rinchiusi in casa non dalla sociofobia ma da simpatici tizi in tuta bianca che si preoccupano della vostra salute imbracciando armi militari; fortuna vuole che ai guai del noioso mondo là fuori si accompagni sempre della musica alquanto adatta per esserne controparte sonora, tanto che l’ultima settimana ha visto un carico di novità impressionante per quantità e qualità dopo una scorsa selezione forse meno avvincente sotto questo (solo) punto di vista.
Prima di buttarci su queste leccornie appena sfornate è però doveroso esprimere tutta la nostra solidarietà verso i lettori parmensi, i quali hanno eroicamente sopportato le esibizioni di Revenge e Nargaroth lo scorso weekend salvo poi vedersi la data degli Alcest in programma questo sabato annullata dai soliti poteri forti: la vita è dura, amici miei, ma al posto dell’usuale minutino di silenzio noi avevamo già in programma di farvi ascoltare i quasi otto di meraviglia di “Faiseurs De Mondes”, da Les Voyages De L’Âme”, che a questo punto tributiamo ad una fortuna mancata al contrario del vostro valore. Ma si chiude una porta e si apre un portone, visto che il sempre lodevole Frantic Fest è riuscito a rimediare un passaggio in Italia dei Wolves In The Throne Room, spiegando così come mai il finale mozzafiato di oggi porti il titolo di “Prayer Of Transformation” e ci faccia venire una voglia matta di riascoltare Celestial Lineage”; peccato solo che gli statunitensi non suonino lo stesso giorno dei Marduk, poiché sarebbe stato un bel momento di ecumenica fratellanza in nome del metallo nero della più varia fattura ma dell’altrettanto alta qualità. Ma lo abbiamo già detto che la vita è dura.
Ora però toglietevi quell’inutile mascherina igienica e smettete di strangolare la vecchietta che vi ha fregato l’ultimo pacco di cracker al supermercato, mettetevi invece comodi e lasciatevi soverchiare dalla mole di brani freschi di conio che Pagan Storm Webzine ha radunato per aiutarvi a trascorrere in maniera proficua questi momenti di smarrimento e panico generale: la partenza è di quelle davvero a cannone con “Arkanum”, opener di questa puntata e di ciò che sarà la seconda venuta dei nostri affezionati Aara (terza se consideriamo il comunque cospicuo EP monotraccia Anthropozän”); il duo elvetico sembra aver mantenuto il tiro dello sfolgorante esordio So Fallen Alle Tempel”, che come ricorderete aveva piacevolmente sorpreso alcuni di noi all’uscita, ma potremo essere sicuri sul nuovo En Ergô Einai” solo a partire dal 3 aprile. Nessuna frustrante attesa invece per i Cult Of Fire, che all’insegna del tutto e subito hanno piazzato in larghissima anteprima per la rete il doppio (!) album Moksha / Nirvana”, ad un mesetto dall’uscita fisica e dopo giusto sette anni di assenza dai formati estesi: siamo solo ai primi ascolti, ma almeno a chi scrive l’abbondante oretta di musica proposta dai tre esoteristi di Praga sta lasciando un’ottima impressione, che si spera condividerete dopo aver sentito dalla seconda parte dell’opera l’ottima “Buddha V”. Quella che state ascoltando è però l’ultima playlist del mese, e ciò significa (anche) che in redazione ci stiamo ufficialmente arrovellando il gulliver per scegliere i dischi sui quali porre il nostro marchio di qualità certificata: mentre a gennaio i candidati erano stati pochi e ottimi, abbastanza sicuri per tutti, la situazione di questo febbraio appare più confusa con parecchie pubblicazioni interessanti ma pochissimi favoriti assoluti. Proviamo quindi da ora a mettere in campo tre delle migliori e vediamo se piacciono anche a voi, partendo da quelli che oltre agli Alcest sono stati vittime del savoir-faire tutto italiano: gli olandesi Turia e la loro poco reclamizzata data in provincia di Padova. Lo staff ha sentito lo sconforto generale e ha provveduto ad informare tutti i rotocalchi quantomeno dell’uscita del nuovo Degen Van Licht” inserendo nel lotto settimanale il brano “Storm”; e gli amanti del lo-fi e delle chitarre ronzanti non devono assolutamente farsi sfuggire nemmeno Six Voices Inside”, debutto fresco di stampa del progetto svedese Faidra la cui burzumiana title-track non passa inosservata (o inascoltata) nemmeno in una playlist di questa lunghezza in timing e calibro. Un altro nome esordiente ma già atteso e tenuto in grande considerazione da pressoché ogni redattore è quello dei tedeschi Nawaharjan, il cui Lokabrenna” sta facendo strage tra i nostri ascolti con l’impatto frontale di tracce e vocals al plutonio come in “Hradjungo”. Ma febbraio non è stato solo un mese di ottimi full, ci ha infatti dato anche un notevole EP firmato da due veterani della scena ellenica chiamati Magus Wampyr Daoloth e Jim Mutilator sotto il neonato monicker Yoth Iria; i due brani più cover contenuti in Under His Sway” sono aria fresca necessaria e rispettosa dopo la scomparsa di Baron Blood e la conseguente fine dei Necromantia – se qualche appassionato di grecismi metallici ha dunque commesso l’errore di perdersi un prodotto di questa importanza può sempre rimediare iniziando col dedicare qualche minuto di scoperta al singolo “Sid-Ed-Djinn”.
Il carico da undici di musica inedita per oggi è concluso, ma avanzano ancora due posizioni per un recupero dalle mensole della redazione e per un anniversario di quelli che capitano alquanto di rado, diversi per annata e nazionalità ma entrambi fieramente legati a quella cultura nordica che tanto piace a noi meridionali La Norvegia del 1995 non è stata certo avara di capolavori da tramandare ai posteri in tale frame stilistico, e giocoforza qualche album ha dovuto attendere più di altri per vedersi riconosciuto il giusto merito: edito nel luglio di quell’anno (quindi aspettate giusto l’estate per permetterci finalmente di parlare dei suoi venticinque anni nella maniera più approfondita che meritano grazie alla ricorrenza ufficiale), Jormundgand” degli Helheim fa la sua sporchissima figura ancora oggi nonostante un proseguimento di carriera fatto sì di coraggio e personalità ma non sempre altrettanto luminoso, e stavolta lo rispolveriamo ascoltando la tragica “Vigrids Vård”. Chi gli anni li ha appena compiuti, e ne ha compiuti quindici senza essere invecchiato di un minuto, è quella bestia di Verisäkeet” dei finlandesi Moonsorrow: gradino fondamentale come pochi nella scalata dei cuginetti Sorvali verso la vetta del panorama finlandese. Noi oggi, in playlist, vi facciamo ascoltare “Haaska”, ma vista l’aria che tira in giro uno spin a tutti e cinque i brani è comunque caldamente consigliato.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Aara“Arkanum” (from En Ergô Einai”, Debemur Morti Productions 2020)

2. Cult Of Fire“Buddha V” (from Moksha / Nirvana”, Beyond Eyes Productions 2020)

3. Turia“Storm” (from Degen Van Licht”, Eisenwald Tonschmiede 2020)

4. Moonsorrow“Haaska” (from Verisäkeet”, Spikefarm Records 2005)

5. Yoth Iria“Sid-Ed-Djinn” (from Under His Sway (EP)”, Repulsive Echo Records 2020)

6. Faidra“Six Voices Inside” (from Six Voices Inside”, Northern Silence Productions 2020)

7. Helheim“Vigrids Vård” (from Jormundgand”, Solistitium Records 1995)

8. Alcest“Faiseurs De Mondes” (from Les Voyages De L’Âme”, Prophecy Productions 2012)

9. Nawaharjan“Hradjungo” (from Lokabrenna”, Amor Fati Productions 2020)

10. Wolves In The Throne Room“Prayer Of Transformation” (from Celestial Lineage”, Southern Lord Recordings 2011)

Michele “Ordog” Finelli

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