Weekly Playlist N.06 (2021)

 

Tre nuovi anniversari rimembrati attorno allo scorso fine settimana, due dei quali festeggiati perfino lo stesso giorno come accadeva sette lune prima; tranquilli, non siete nel prologo di un Final Destination ma in un’altra puntata delle playlist curate da Pagan Storm Webzine, aventi ormai nella rubrica pluripremiata ed in costante ampliamento quale “Darkest Past” una solidissima base d’appoggio con cui aprire, sviluppare o chiudere in modo consono le tabelle di marcia di ogni giovedì.
Se l’onore del primo full analizzato se lo prese un mese e mezzo fa ovviamente il secondo Conte più odiato del momento, ad aprire la strada alle uscite di natura minore (checché ne dica un buontempone elvetico in fissa coi demo che ci raggiungerà a momenti) ci ha pensato invece il quindicennale del rilascio del mini Dragonheads”, uscita fondamentale non solo per comprendere come mai a degli amanti delle malvagità a sette note come noialtri continuino a piacere (disco più, disco meno) i cari vecchi Ensiferum. Pure se la vita vi ha negato infatti il piacere di apprezzare i lavori del clan di Helsinki, il consiglio è come al solito di prendersi venticinque minuti per arricchire il vostro bagaglio metallico con una release non certo molto impegnativa, ma sicuramente pregna di valore storico e soprattutto piena di colpi da maestro tipo “White Storm”. L’exploit finlandese d’inizio Millennio del resto non ha offerto solamente le produzioni monstre su cui l’appena entrato Petri Lindroos ed altri hanno costruito le proprie fortune, ma anche delle opere dal saldo retroterra oscuro baciato però dal tocco magico che solo la terra dei mille laghi ha saputo negli anni creare: esattamente un lustro prima dell’EP della ex-band madre, Jari Mäenpää ed i fratelli Miettinen prestavano voce, basso e bacchette all’esordio dei grandemente sottovalutati Arthemesia, un album intitolato Devs Iratvs” su cui vi abbiamo ragguagliati questo lunedì e del quale vi sottoponiamo or ora la raffinata “Celebration Of The Heaven Lost” confidando nel buon gusto di chi sta leggendo ed ascoltando. La serie “Darkest Past” si è dunque per ora già rivelata un ottimo strumento per dare spazio ad un monicker passato fin troppo in sordina, ma è da parecchio che lo staff di queste pagine si prodiga in un compito a parole praticato da tutti e nei fatti lasciato a pochi valorosi archivisti del genere, specie quando a finire sotto la lente non sono gli anni novanta ma annate ben più recenti: già un lustro addietro avevamo avuto modo di parlare dei tedeschi Wolfhetan, ed i quindici anni compiuti dal primogenito Entrückung sono una chiamata a nozze sia per molte altre chiacchiere in proposito in arrivo nell’immediato futuro sia per un finale di playlist animato dal fragore clamoroso della title-track.
Nemmeno le selezioni del giovedì d’altronde si sono mai risparmiate nello scovare prelibatezze nascoste su cui spendere due parole e qualche minuto di ascolto, soprattutto per quanto riguarda piccoli tesori riscoperti e fatti riecheggiare in redazione nell’approvazione generale. Chi scrive ad esempio è rimasto fulminato dagli austriaci Raventhrone, progetto del buon Pazuzu dove gli echi di battaglia e memoria del suo connazionale più celebre di sempre sono rinsaldati dal più concreto tappeto chitarristico e sublimati nell’omonima “Raventhrone”, che se interessati potrete trovare all’interno dell’altrettanto consigliato debutto Malice In Wonderland” del 1998, oltre che nella playlist odierna. Non finisce poi il nostro culto personale verso il grande Nagash che di riffa o di raffa, di Covenant o di Troll si ritaglia per coincidenza e godimento un posto in palinsesto da ormai tre settimane a questa parte; stavolta torniamo addirittura al 1995 per dare una scorsa al demo che pose la prima pietra nel cantiere che avrebbe dato origine all’ammirevole Drep De Kristne”, spedendo nell’etere la title-track “Trollstorm Over Nidingjuv” e dedicando l’ennesimo brindisi allo strumentista norreno.
Gli anni novanta in fondo non passano davvero mai di moda, specie un 1996 le cui meraviglie stiamo celebrando da un paio di mesi e celebreremo per altri dieci: lo hanno intuito pure i Samael, i quali in spregio all’ormai imperante sconforto pandemico mondiale hanno programmato un tour europeo per il prossimo autunno ove verrà risuonato integralmente l’immortale Passage”. Mentre gli ultimi innesti nelle line-up di Camunia Sonora e Frantic Fest hanno riaperto il dibattito sulla fattibilità dei concerti nel 2021, chi tiene ancora a mente le cose importanti della vita ha già un appuntamento per il 7 ottobre all’invitto nonché centralissimo Revolver Club di San Donà; poi magari ricordatevene anche uno dal chiropratico il giorno successivo dopo le capocciate date su “Born Under Saturn” – oppure, se preferite muovere le dita anziché il collo, i siti su cui commentare “Ottimisti!” sapete benissimo da soli dove trovarli.
Il 1996 non è però soltanto l’anno dell’allunaggio da parte del Black Metal e dei cosmonauti rossocrociati, ma anche del primo passo mosso da Vargher tramite i suoi Ancient Wisdom. For Snow Covered The Northland”, unico episodio registrato con formazione allargata, recava il prestigioso marchio di Avantgarde Music esattamente come lo farà A Celebration In Honor Of Death”, nuovo album avvolto per ora dal mistero a segnare però un ormai sicuro quanto inatteso ritorno sul campo di battaglia dell’entità svedese: la notizia non ha proprio generato grande festa in tutto il reame, eppure “They Gather Where Snow Falls Forever” che sfonda la cassa dello stereo ve la portate a casa di sicuro.
Molti più fuochi d’artificio se li è invece beccati l’annuncio di Geister”, forse perchè anziche svanire per oltre tre lustri il marchio Paysage D’Hiver ci aveva già regalato uno dei dischi più amati del 2020. Scontato quindi avere lo stesso hype e pretendere lo stesso livello qualitativo da uno come Wintherr, la cui scelta di “Bluet” quale anteprima renderà insonni le notti che ci separano dal 23 aprile. La sezione della playlist dedicata agli aggiornamenti è senz’altro ad uso e consumo del solitario svizzero, ma un ultimo paio di anticipazioni ancora senza una release date definita fornirà ulteriore pepe alla rassegna odierna; in rapida successione precedente e successiva allo svizzero arrivano i norvegesi Skaur con la lancinante “Ved Noed Foelger Doed”, estratta dal full-length di prossima pubblicazione Reis Te Haelvete”, mentre subito dopo ci sono i Darkestrah dal sempre solare Kirghizistan col maxi singolo che prende il titolo della lunga “The Gift Of Mud And Venom”, rilasciata dal nulla e possibile antipasto per futuri gustosi sviluppi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Ensiferum“White Storm” (from Dragonheads” (EP), Spinefarm Records 2006)

2. Raventhrone“Raventhrone” (from Malice In Wonderland”, Avantgarde Music 1998)

3. Skaur“Ved Noed Foelger Doed” (from Reis Te Haelvete”, Darker Than Black Records 2021)

4. Paysage D’Hiver“Bluet” (from Geister”, Kunsthall Produktionen 2021)

5. Darkestrah“The Gift Of Mud And Venom” (from The Gift Of Mud And Venom” (Single), Autoprodotto 2021)

6. Samael“Born Under Saturn” (from Passage”, Century Media Records 1996)

7. Ancient Wisdom“They Gather Where Snow Falls Forever” (from For Snow Covered The Northland”, Avantgarde Music 1996)

8. Troll“Trollstorm Over Nidingjuv” (from Trollstorm Over Nidingjuv” (Demo), Autoprodotto 1995)

9. Arthemesia“Celebration Of The Heaven Lost” (from Devs Iratvs”, Native North Records 2001)

10. Wolfhetan“Entrückung” (from Entrückung”, Irminsul Records 2006)

Michele “Ordog” Finelli

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