Weekly Playlist N.05 (2019)

 

Ed eccoci arrivati a febbraio, mese che -vi avevamo già avvertiti- si prospetta carico di uscite di alto livello. Ma prima di dedicarci alle delizie dei prossimi ventotto giorni è opportuno invece fare un breve recap di quanto donatoci dall’appena trascorso gennaio. E visto che del disco del mese vero e proprio, cioè l’acclamato “Le Ceneri Di Heliodoro” dei lussemburghesi Rome, avevamo già ascoltato qualcosa solo la scorsa settimana, oggi le luci della ribalta se le prendono gli altri tre lavori citati nell’articolo uscito martedì.
A darci il benvenuto in playlist a suon di sberle nelle orecchie ci sono infatti gli svizzeri Grusig, autori del sorprendente esordio Dr Ahfang Vor Misäärä”. Se l’impulso che percepite durante l’ascolto della title-track è di mettervi a ballare il Gloomy Blues degli elvetici, sappiate che non c’è nulla di sbagliato in voi: cercate solamente di non farlo in pubblico, per il vostro bene. Dal Belgio arriva invece The Hysterical Hunt”, nuovo lascito dei belgi Lemuria e altro lampo nel cielo di gennaio. Anche se non vedete di buon occhio il lato più sinfonico di questa musica, vi consigliamo di concedervi comunque una decina scarsa di minuti per l’ascolto di “Endgame (The Impending Truth)”, forte dei suoi ottimi assoli di chitarra e di una tensione mai calante. A vibrare l’ultima stoccata al mese ormai finito sono infine i finlandesi Ondfødt ed il loro cattivissimo full-length Dödsrikets Kallelse” da cui abbiamo estratto “No Ere Jo Satan”, traccia che vede la comparsata del sempre ben gradito Vreth.
Dopo un tripletta ad alto voltaggio, è il momento di battezzare il mese venturo nel segno della follia francofona più deragliante. Non si tratta dell’ennesimo morbo Peste Noire, nonostante ci siano tutte le buone ragioni per continuare a spargerlo, ma bensì di focalizzare la vostra attenzione su un’altra manica di deviati chiamata Pensèes Nocturnes. Se già conoscete questi pagliacci (in senso buono…) parigini, sappiate che sabato è stato rilasciato il loro nuovo album Grand Guignol Orchestra”; se invece non avete idea di tali bislaccherie, date un ascolto a “Les Valseuses” sul finale della raccolta per capirci qualcosa. O quantomeno provarci.
Se cercate novità meno strampalate ma ugualmente interessanti, vi conviene però segnarvi anche la più lontana data del 15 marzo, e farvi così trovare pronti al ritorno dei belgi Drawn Into Descent. La band è ormai sul punto di rilasciare la sua seconda opera, The Endless Endeavour”, introdotta al pubblico con la stuzzicante anteprima “Wither”. Nel remoto caso non abbiate già ascoltato tale pezzo grazie alla colonna di questa domenica, siete fortemente invitati a rimediare e deprimervi in questa sede.
Non sono però i loro compagni di articolo Grusig l’unica coppia svizzera con cui abbiamo a che fare oggi. Non c’è artwork, non c’è data, non c’è trucco e non c’è inganno [edit: il tutto appena svelato qui]: ma ci sono i tredici minuti che gli Aara si sono limitati a condensare in “Rote Trümmer”, title-track del loro debutto in arrivo a marzo per Naturmacht Productions.
Ma in fondo lo so che tutti voi state aspettando i succulenti anniversari di questa settimana, ed infatti ad attendervi ci sono tre bombe che necessitano solamente di un altro, ennesimo ascolto. Come giro di riscaldamento di lusso abbiamo gli amatissimi ucraini Drudkh ed il loro secondo lavoro Autumn Aurora”, dai cui ci sentiamo “Sunwheel” a distanza di quindici anni esatti dalla pubblicazione. Ritorniamo però nella sempreverde terra dei fiordi per una doppietta forse poco true – ma molto norwegian: due dischi diversi tra loro e decisamente non convenzionali, ma entrambi dotati di un’atmosfera personalissima. Lo straniamento provato dal sottoscritto all’ascolto di Strange In Stereo”, terzo opus degli In The Woods… e in settimana divenuto ventenne, rimane vivo e ancora intatto oggi grazie a brani quali “Dead Man’s Creek” – con i suoi tempi dilatati e le vocals quasi biascicate di Jan Transit. Arriva invece dal 1994 (release date ufficiale da sempre discussa, quindi anno più anno meno… e comunque rendetevi conto che riponete più fiducia in un nuovo album dei Tool piuttosto che nell’almanacco di Pagan Storm Webzine) For All Tid”, debutto tutt’altro che irrilevante dei controversi Dimmu Borgir. Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulle scelte estetiche e musicali compiute da Shagrath e compagni nel corso della loro venticinquennale carriera, quindi oggi non sentirete nulla di tutto ciò se non l’eccellente opener “Under Korpens Vinger”.
Manca ancora qualche minuto però alla fine dei giochi di oggi, ed è dunque ora di aggiungere la ciliegina sulla torta di pezzi proposti; qualcosa che farà sicuramente contenti 1. gli amanti delle sonorità dell’Est Europa, 2. gli estimatori delle chicche più dimenticate, e 3. i feticisti dei 90s. In un colpo solo. Non male, eh? Dalla non così comune Lituania arriva(va)no infatti i Poccolus ed il loro unico, omonimo, studio album del 1996 da cui ascoltiamo “Vilkolakiai”.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Grusig“Dr Ahfang Vor Misäärä” (from Dr Ahfang Vor Misäärä”, Northern Fog Records 2019)

2. Drudkh“Sunwheel” (from Autumn Aurora”, Supernal Music 2004)

3. Drawn Into Descent“Wither” (from The Endless Endeavour”, Avantgarde Music 2019)

4. In The Woods…“Dead Man’s Creek” (from Strange In Stereo”, Misanthropy Records 1999)

5. Lemuria“Endgame (The Impending Truth)” (from The Hysterical Hunt”, Massacre Records 2019)

6. Aara“Rote Trümmer” (from Rote Trümmer”, Naturmacht Productions 2019)

7. Poccolus“Vilkolakiai” (from Poccolus”, Hammerheart Productions 1996)

8. Ondfødt“No Ere Jo Satan” (from Dödsrikets Kallelse”, Immortal Frost Productions 2019)

9. Pensèes Nocturnes“Les Valseuses” (from Grand Guignol Orchestra”, Les Acteurs De L’Ombre Productions 2019)

10. Dimmu Borgir“Under Korpens Vinger” (from For All Tid”, No Colours Records 1994)

Michele “Ordog” Finelli

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