M8l8th – “Reconquista” (2018)

Artist: M8l8th
Title: Reconquista
Label: Militant Zone Records
Year: 2018
Genre: Black Metal
Country: Russia

Tracklist:
1. “Reconquista”
2. “I Know The Day Will Come”
3. “The Flame Of Wounds And Blood”
4. “Coup De Grâce”
5. “Noblesse Oblige”
6. “Épitaphe”
7. “Storm Above Azov”

Li avevamo lasciati con la grande maturazione dimostrata alla pubblicazione di “The Black March Saga” nel 2013, in cui avevano sgrezzato notevolmente il loro Black Metal di lapalissiano stampo slavo arricchendolo innanzitutto d’influenze più ragionatamente melodiche, di quasi cristallino (non certo per realizzazione) stampo Heavy Metal nel chitarrismo, sporcate poi dall’escavazione ritmica di un retaggio Punk/Oi nella semplicità frontale e d’efficacia di brani la cui coesione funzionava in modo invidiabile per via di una visione d’insieme e d’atmosfera che restituiva -pur tra piacevoli sbalzi stilistici- con inedita intensità e continuità la cura altrettanto nuova rispetto al concept narrativo su cui il disco poggiava le sue basi; i russi M8l8th non avevano tardato poi a ribadire (dopo un po’ di silenzio) le loro abilità in crescita nemmeno nelle diverse anteprime che hanno preceduto la tard(issim)a pubblicazione di “Reconquista”, quarto full-length del gruppo ormai stanziato in Ucraina ma sempre saldamente condotto da Alexey Levkin.

Il logo della band

L’eclettismo a cavallo di generi, specie per il progressivo incomplessimento delle soluzioni ritmiche, aveva già visto un’impennata notevole alla pubblicazione di ognuno dei singoli nell’arco degli ultimi tre anni (“Luciferian Aesthetics Of Herrschaft”, esclusa dal master finale dell’album, ma soprattutto la sorprendente “Storm Above Azov” che ritroviamo fortunatamente in chiusura), andando a sistemare in maniera decisiva l’aspetto ancora leggermente dinoccolato dei brani minori di “The Black March Saga”; anche se ciò che ha alzato definitivamente l’asticella del livello compositivo dei M8l8th è stato -neanche troppo sorprendentemente- l’ultima e sostanziosa anteprima rilasciata un mese fa nelle vesti del pacchetto di brani realizzato con la collaborazione del noto Famine di fama Peste Noire.

La band

È probabilmente bene iniziare pertanto col dire che “Reconquista”, per chi ha seguito con attenzione i passi della band, contiene per metà materiale (seppur mai pubblicato in effettive uscite) già presentato nelle numerose anteprime digitali sparse negli ultimi anni, la cui qualità tuttavia -sommata a quella di ciò che è ancora totalmente inedito- va a creare quasi quaranta minuti di musica che snocciolano senza alcun dubbio il meglio mai creato e rilasciato dai M8l8th fino ad oggi.
La maturazione dimostrata nelle anteprime è confermata fin dall’apertura della title-track che, nonostante la natura breve e strumentale più accomunabile ad un’energica e ricca introduzione che ad una canzone vera e propria, oltre a mostrare l’inedita (per la band) cura per produzione e arrangiamento, detta bene sia il ritmo che le atmosfere tra il marziale e il caotico che andremo a trovare da qui a pochissimo nel resto del disco. È infatti questione di una manciata di minuti per trovarsi faccia a faccia con la ferocia di riff e impatto di “I Know The Day Will Come” che aggredisce veloce aggregando stilisticamente il passato più maligno e sgraziatamente Black dei M8l8th con le incursioni più ritmate e melodiche dell’ultimo capitolo discografico – una pregevole summa che affila ulteriormente il gusto melodico in aggressività, il cui valore è definitivamente coronato dall’ottimo uso delle vocals mai tanto variegate tra declamazioni, urla disperate (a cui si potrebbe lamentare un’eccessiva effettistica sul timbro a minarne una più efficace naturalezza, ma che in questo preciso caso se non altro rinunciano saggiamente all’inutile continua sovrapposizione che troviamo gestita in modo meno pregevole altrove) e potenti cori maschili di stampo slavo particolarmente distintivi di uno dei migliori brani mai scritti dai M8l8th. E se “The Flame Of Wounds And Blood” non fa altro che, tra notevoli mitragliate polverose su rullante secco e affilato e atmosfere di confusione battagliera, consolidare le ottime premesse gettate dal precedente brano in un tripudio di spade e armi a scontrarsi su campo di battaglia, sul suo sfumare acustico l’ulteriore passo qualitativo in avanti viene fatto senza ritorno quando sprofondiamo nella doppietta “Coup De Grâce” / “Noblesse Oblige” che vede la collaborazione, oltre che decisiva guest vocale, di Famine intento a narrarci a suo modo e col suo inconfondibile francese le gesta poetiche di Bertran De Born direttamente dal dodicesimo secolo.
Musicalmente ci troviamo a calpestare territori non lontani dalla definizione Peste Noire meets M8l8th: inedito e sorprendente connubio del caos belligerante dei secondi e delle movenze pazzoidi dei primi, condito persino dall’utilizzo della fisarmonica e altri elementi folkloristici in un approccio (anche chitarristicamente) non dissimile da quello dei francesi. Le declamazioni simil-poetiche dell’illustre ospite sono con ogni probabilità il punto più alto dell’intero “Reconquista” e non minor merito va all’ottimo impiego dei sintetizzatori – anche in un’inaspettata ma totalmente credibile guisa sinfonica sulla ripresa finale, il cui motivo principale viene ripreso dall’attacco a lame sguainate di “Noblesse Oblige” che non stenta invece in brevissimo a ritagliarsi un altro spazio stilisticamente tutto suo all’interno del disco, e non solo per un’altra performance di Famine che segue efficacemente l’epicità dei cori russi, dissacrandoli in un gioco riuscitissimo di contrasti.
Sul finale, il riffing Hard Rock e vittorioso di “Storm Over Azov” ripesca a piene mani dagli episodi più riusciti in tal senso del precedente full-length, sviluppandosi prestissimo in diramazioni strumentali dal tiro irresistibile, o in più dolci e scintillanti allusioni folkloristiche di fiati e maestose parti corali (espediente che va a ricordare da vicino lo stile dei connazionali Temnozor) e persino in un passaggio in cui la band sgrana beat elettronici per sigillare il suo brano -con l’esclusione di “Coup De Grâce”– più eclettico e originale di sempre.

In definitiva, parlando di “Reconquista”, possiamo tranquillamente dire di avere tra le mani nel suo complesso il miglior full-length dei M8l8th: s’è vero infatti che l’uscita presenti in sé il trascurabile difetto di una natura vagamente compilatoria, che a tratti (ad esempio nel caso della totalmente inutile “Épitaphe”) può rendere frammentato il fluire del lavoro nonostante la -peraltro- non particolarmente cospicua durata complessiva di timing, o che le scream vocals sfoggino un timbro non poi così evidentemente invidiabile (specialmente quando vanno senza motivo a sovrapporsi numerose tra loro prive della minima variazione in versi che creano un maelstrom evitabile quando non direttamente stucchevole), è altrettanto innegabile che la band abbia ormai sviluppato uno stile fortemente originale e personale capace di rifinire (e qui anche raffinare) -in un modo fino solo a qualche anno fa totalmente imprevedibile- ogni aspetto della sua musica; dal più banale come quello di una produzione sorprendentemente curata e d’impatto, a quello dell’ispirazione che si riversa in un inedito gusto melodico, finendo con una capacità tecnico/compositiva e d’arrangiamento (da parte di ogni singolo musicista) che permette oggi ai M8l8th di scrivere grandi brani con accorgimenti e dettagli dalla ricchezza e perfino eleganza che era totalmente lecito non aspettarsi da loro.

Matteo “Theo” Damiani

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