Column N.35 – Peste Noire & Selvans (2018)

 

E questa come la inizio? Svergognatamente polemica: a chi si stupisce di sentire della forte impronta metrica rap (o come la preferite chiamare) o musicalmente elettronica in qualcosa marchiato Peste Noire, chi scrive consiglia caldamente un (ri?)ascolto dell’intero “L’Ordure À L’État Pur” o di cose come questo pezzo qui tanto per buttarla solo sulle più lampanti.
Però è vero, va ammesso e non ci si tira indietro, che un pezzo completamente rap non sia cosa usuale nemmeno per i Peste Noire. Ma è più l’occhio che non l’orecchio a gridare stranezza, converrete, se si ragiona sul fatto che trattasi di tre minuti secchi di brano – nettamente meno di parti simili dilungate in brani ben più cospiqui nel passato anche non troppo recente del gruppo, che flirta nemmeno tanto sottobanco con questo mondo (se si escludono le primissime uscite) un po’ da sempre.
Fine del preambolo: la compagine attualmente composta da non si sa bene chi ma -impossibile altrimenti- capitanata dall’istrionico e camaleontico Famine De Valfunde ci ha proposto in settimana una seconda anteprima da quello che sarà il settimo full-length della noire peste (ancora senza dettagli, ma ci arriveremo presto) in uscita a metà dicembre per La Mesnie Herlequin. S’intitola “Aristocrasse” e la vena irriverente del progetto si scatena inequivocabilmente, liricamente e musicalmente. Quello che più sorprende è in realtà la non comune abilità dei nostri nel creare emozioni e cromatismi non distanti tra loro quandanche il cambio di coordinate sia repentino (merito dell’atmosfera comunque a cavallo tra il drammatico dei sintetizzatori e il cabarettistico del complesso, insieme ad un chitarrino zanzaroso e luttuoso di fondo), ovverosia l’aver studiato il rilascio di due anteprime che per feeling non suonano poi così distanti nonostante il diametrale cambio di pennello impiegato.
Qualcuno direbbe che è sempre stato lecito aspettarsi di tutto da dei matti iconoclasti, ed è abbastanza innegabile; quel che è sicuro è che in ogni caso restare indifferenti ad “Aristocrasse” sia impresa a dir poco ardua. Odiatelo, amatelo, intrigatevi, deridetelo. In ogni caso la curiosità aumenta. Secondo centro.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Aristocrasse”
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Valichiamo il confine alpino verso il bel paese per qualcosa che era atteso da più di un lettore. Gli abruzzesi Selvans hanno rilasciato la scorsa settimana tramite Avantgarde Music il loro nuovo full-length, “Faunalia”, che molti di voi avranno sicuramente già provato o gustato nella sua interezza ormai da giorni.
Anche noi, e da un po’ di tempo a questa parte in realtà, ne parleremo dunque molto più approfonditamente a (davvero) brevissimo, ma niente ci impedisce di andare ad estrarre uno degli ottimi brani del disco per la colonna d’ascolto di oggi.
Avendovi già fatto ascoltare la particolarità ferina di “Phersu” settimana scorsa in playlist, l’infame scelta di oggi per introdurvi al successore in linea diretta di “Lupercalia” ricade sugli aspetti progressivi e scattanti di “Notturno Peregrinar” che, dopo un preludio fisiologicamente gemellare, apre l’intero viaggio. Non è il pezzo più sorprendente dell’album (che si consiglia di ascoltare attentamente nella sua interezza piuttosto), come potrebbe del resto esserlo con ben due suite da quasi un quarto d’ora l’una presenti, ma è una buona introduzione a diversi aspetti che ricorreranno nel fluire del disco – non solo per la sua posizione in tracklist.
In “Faunalia” troverete libertà stilistiche focalizzate e diversi ospiti, gran parte dei quali illustri, e quello di “Notturno Peregrinar” è Agghiastru di fama nazionale Inchiuvatu (omaggiato come progenitore concettuale, a suo modo, di un codice linguistico localmente italiano in una forma di Black Metal folkloristico) che ha permesso la convivenza lirica delle sue parti da comparsata in dialetto siciliano con quello più prominente e abruzzese intepretato da Selvans Haruspex in sette minuti e mezzo di magia, superstizione e seduzione.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Ad Malum Finem (Intro)”
2. “Notturno Peregrinar”
3. “Anna Perenna”
4. “Magna Mater Maior Mons”
5. “Phersu”
6. “Requiem Aprutii”

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Matteo “Theo” Damiani

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