Column N.23 – Wolves In The Throne Room & Natvre’s (2017)

 

Angrboða è la figura mitologica di una gigantessa di ghiaccio che, dopo essersi unita carnalmente all’ingannatore Loki, diede vita a tre altre cruciali figure delle saghe norrene. Quella che in questo contesto più ci interessa è la celebre figura del lupo distruttore Fenrir.
I Wolves In The Throne Room ci avevano già deliziati con le note della splendida “Born From The Serpent’s Eye”, qualche settimana fa, portandoci anche a scoprire una prima visione del concept nordico che ammanterà il prossimo lavoro “Thrice Woven” (in uscita il 22 settembre per la loro Artemisia Records). “Angrboda” è un distinguibile presagio di sventura, di avvenimenti nefasti, oltre che essere il terzo brano del disco, seconda gustosa anteprima nonché madre della citata belva incatenata che trovate in copertina, di Miðgarðsormr (il famoso serpente di Miðgaðr, altresì più noto come Jǫrmungandr) e della perniciosa Hel.
Ho dovuto studiare, prima di scrivere questa colonna, per scoprire che il rovente brano è dedicato alla memoria di un avvenimento effettivamente tragico, non ad opera di Angrboða bensì da essa pianto perché tangibile manifestazione di incuria umana; sto parlando dell’incendio che sul finire del 2016 coinvolse lo spazio denominato Ghost Ship ad Oakland uccidendo trentasei persone del collettivo artistico Katabik, tra cui apparentemente diversi amici e persone care e prossime ai fratelli Weaver.
Non è quindi musicalmente sorprendente ritrovarsi dinnanzi ad un lungo brano bidirezionale, incredibilmente sentito, in cui sentimenti aspri e negativi spadroneggiano con cattiveria luttuosa e inesorabile, tizzoni ancora ardenti di batterismo feroce ed implacabile controbilanciato da aperture ascendenti -sinonimo di piretica rinascita- e una favolosa sezione Doomish.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Born From The Serpent’s Eye
2. “The Old Ones Are With Us
3. “Angrboda”
4. “Mother Owl, Father Ocean”
5. “
Fires Roar In The Palace Of The Moon
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I greci Natvre’s mi avevano colpito molto un anno fa con il loro cattivissimo e promettente debutto, intitolato “Wrath”, inizialmente autoprodotto digitalmente a fine dicembre 2015 e che ho scoperto solo una volta annunciata la stampa fisica a metà 2016 per Argento Records. Da quel momento la band si è apparentemente messa a lavorare sul successore del terremotante esordio, intenzionata a tenere fede al deciso Black Metal abietto e senza il minimo compromesso già ivi presentato.
Ed ecco che il secondo full “Early Cvlts” uscirà il prossimo 26 ottobre nuovamente per la piccola label di Amsterdam. Oggi abbiamo anche un emblematico primo antipasto da parte del terzetto ellenico, “Death Of The Earth”: grezzo, sporco, lo-fi mid-tempo e iper-cadenzato che con la sua semplicità ed efficacia è ben rappresentativo del nero approccio demolitore dei Natvre’s. Con vocals filtrate e distorte, ossessive, ossessionate ed ossessionanti per metriche e taglio, melodie segmentate e negative (incredibilmente catchy, considerata o meno un’attitudine così turpe), sound denso e claustrofobico, “Death Of The Earth” -non privo di un chorus travolgente- ha tutte le carte in regola per rimanere nelle vostre teste per un bel po’, facendovi anche annotare l’uscita di “Early Cvlts” tra quelle da tenere d’occhio…

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Tundra”
2. “Night Of The Sun”
3. “Death Of The Earth”
4. “Early Cvlts”
5. “Geometrical Confuse”
6. “Prototype II”
7. “Something Deeper That Grows”
8. “Prehistoric Technology”
9. “Speleogenesis”
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Matteo “Theo” Damiani

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