Column N.20 – Délètère & Spectral Wound (2018)

 

Quella di oggi è a suo modo una colonna tematica, perché caso vuole che entrambi i protagonisti che ci offrono qualcosa in questo ventesimo appuntamento domenicale provengano dal Québec, rendendola involontariamente -come direbbe qualcuno- full Métal Noir Québécois. La prima parte è peraltro incentrata su quelli che, del suddetto ed apprezzato stile, sono a parere di chi scrive gli attuali veri alfieri d’interesse.
Per molti questa descrizione potrebbe corrispondere al nome Forteresse, poco ma sicuro, tuttavia non per chi firma questo articolo che vede invece nei ben più freschi Délétère quella che con ogni probabilità ad oggi è (escludendo il pregiato filone atmosferico di Gris e compagnia) una delle espressioni stilistiche più rappresentative ed eccellenti della sua recentemente celebrata e seguita regione geografica. Sarà per le atmosfere più varie e particolari, nella fattispecie più cupe ed eleganti, o per una composizione generalmente un po’ meno ruffiana (pur tenendosi saldi all’approccio aggressivamente melodico, veloce nonché tendenzialmente schietto dei connazionali), ma è soprattutto a seguito delle due anteprime dall’imminente secondo album “De Horae Leprae”, in arrivo il 15 giugno per l’orgoglio di casa Sepulchral Productions, che i Délétère s’impongono come la vera novità da tenere d’occhio nel loro panorama. Qualche giorno fa ci hanno regalato anche il secondo pezzo del disco, “Saegina Caedendis”, ma ci andiamo invece ad ascoltare quello che sarà l’opener del lavoro, intitolato “Teredinis Lepra”, per riassumere con efficacia quanto appena detto.

Lo trovate su SoundCloud.

Tracklist:
1. “Cantus I: Teredinis Lepra”
2. “Cantus II: Sagina Caedendis”
3. “Cantus III: Ichthus Os Tremoris”
4. “Cantus IV: Inopia Et Morbo”

5. “Cantus V: Figura Dysphila”

6. “Cantus VI: Barathra (Part I)”
7. “Cantus VII: Barathra (Part II)
8. “Cantus VIII: Atrum Lilium”
9. “Cantus IX: Oratio Magna”
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Da Montréal, sono invece gli Spectral Wound a portare in colonna quella che è sicuramente un’altra faccia della medaglia – ben riassunta nella testuale bio del gruppo: “AGAINST BIOS, AGAINST LIFE”. Tradotto, caps incluso: un bel po’ più di efferatezza, decisamente poco ravvisabile nei lidi maggiormente distintivi del Black Metal from Quebec di cui abbiamo parlato poco fa, ma se restringiamo il tiro in realtà abbastanza facile da trovare proprio in città grazie a cose come gli Akitsa. Gli Spectral Wound, a differenza dei concittadini, suonano però un Black Metal che di Death o bellicoso non ha assolutamente nulla; al contrario, si mostra particolarmente old ed europeo per estetica (un po’ canzonatorio forse?), non disdegnando tuttavia convincenti legami con peculiarità più geograficamente prossime e tipicamente USBM.
La band ha rilasciato proprio ieri, tramite Vendetta Records, il suo secondo full-length intitolato “Infernal Decadence” che è stato prontamente messo in full-streaming su BandCamp (versione digitale, la fisica arriverà invece il 2 luglio). Reduci da un debut autoprodotto nel 2015 e passato decisamente sotto il radar (“Terra Nullius”), i cinque confezionano questa volta un pacchetto di sei brani che -come mostra efficacemente “Slaughter Of The Medusa”– farà la felicità di chi nel suo Black Metal cerca freddo, sberle, urla distorte, feeling mistico (“Imperial Thanatosis”), ultra-aggressione, altre sberle, devastanti sensazioni retrò e sassate varie, rasoianti e non meglio specificate in forma sonora orgogliosamente raw.
Nero. Satanico. Glamour? Pur sempre Vendetta Records. Glamour.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Woods From Which The Spirits Once So Loudly Howled”
2. “Black Satanic Glamour”
3. “Slaughter Of The Medusa”
4. “Feral Gates Of Flesh”

5. “La Nuit Froide De L’Oubli”

6. “Imperial Thanatosis”
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Matteo “Theo” Damiani

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