Column N.09 – Bethlehem & Panphage (2016)

 

Da tempo i tedeschi Bethlehem si stavano allontanando sempre più dal seminato di generi da noi trattati, in particolare da quel Black Metal depressivo dei primi e seminali dischi (non tanto “Dark Metal”, quanto in maniera ancor maggiore “Dictius Te Necare” ed il successivo lavoro), in favore di sperimentazioni e variazioni sul tema non sempre esattamente definibili come riuscite.
È senza mentire sul mio grande stupore iniziale, in special modo dopo l’uscita di “Hexakosioihexekontahexaphobia” (già…) nel 2014, che mi accingo a parlare della creatura di Jürgen Bartsch, non tanto perché nuovamente avezza a sonorità Black Metal, ma in quanto proprio sul sentiero stilistico del citato “Dictius Te Necare”. Un paio di settimane fa, “Kalt’ Ritt In Leicht Faltiger Leere” era stato rilasciato colpendo gli ascoltatori sia per la presenza dietro al microfono, nonché ottima prova, della polacca Yvonne “Onielar” Wilczynska dei Darkened Nocturn Slaughtercult, sia per via della repentina ritirata dalle coste lambite con le ultime uscite in favore dei più famosi e violenti stacchi che hanno reso così apprezzata la band venti anni fa, con tanto di atmosfere decadenti create dall’alternanza tra l’assalto delle taglienti chitarre distorte e i cupi ed effettati fraseggi in pulito con seguente e vibrante ripartenza.
“Bethlehem”, l’ottavo full-length della band, uscirà il prossimo 2 dicembre tramite Prophecy Productions ed il secondo e nuovo brano rilasciato in anteprima questa settimana, “Die Dunkelheit Darbt”, conferma il ritorno della band alla disarmonia di ormai diversi anni or sono pur con un colpo di coda decisamente moderno, evitando persino di risultare stantii o citazionistici nonostante il marcato rinvigorimento che strizza nemmeno velatamente l’occhio al passato.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Fickselbomber Panzerplauze
2. “Kalt’ Ritt In Leicht Faltiger Leere”
3. “Kynokephale Freuden Im Sumpfleben”
4. “Die Dunkelheit Darbt”
5. “Gängel Gängel Gang”
6. “Arg Tot Frohlockt Kein Kind”
7. “Verderbnisheilung In Sterbend’ Mahr”
8. “Wahn Schmiedet Sarg”
9. “Verdammnis Straft Gezügeltes Aas”
10. “Kein Mampf Mit Kutzenzangen

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Quello degli svedesi Panphage è un piacevole ritorno sulle nostre colonne del fine settimana. Circa un mese fa, infatti, il primo pezzo in anteprima (“Landrensningen”) aveva attirato la mia attenzione per via del sound che avevo definto come come una riuscita commistione di Arckanum anno 1995 circa -ma decisamente meno silvestre- e calore epico degli ultimi Macabre Omen.
Il discorso, dopo che anche il resto dei brani di “Drengskapr” (questo il titolo del nuovo album uscito il 18 novembre tramite Nordvis Produktion) è stato rilasciato all’ascolto, non cambia granché. Se non che nel resto del disco le coordinate si fanno discretamente più varie (ma sembra esservi, ad onor di cronaca, anche molto più spazio riservato all’accostamento accennato un mese fa coi citati greci), continuiamo a trovare in primo luogo tanta velocità – in una predilezione tutta svedese quasi spasmodica per gli up-tempo, strutture e riffing dal DNA marcatamente folk scandinavo, voce distorta altissima nel missaggio e spudoratamente carica di riverbero (retrò-cult!), nonché i restanti elementi già segnalati nel primo pezzo rilasciato il mese scorso che aveva ben fatto sperare per il disco. In particolare, “Glam Rider Husen” risulta spiccare per le ottime melodie e la vena smaccatamente epica della composizione.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Gettir Àsmundarsonar”
2. “Landrensningen”
3. “Glam Rider Husen”
4. “Glamsyn”
5. “Utlagr”
6. “Drangey”
7. “Blodshämd”
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Matteo “Theo” Damiani

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