Column N.05 – Lychgate & Necrophobic (2018)

 

Qualcosa che abbiamo apprezzato nel 2015 per la sua originalità, pur senza concedergli troppo spazio perché a tratti non pienamente convincente per via di una ridondanza di idee troppo stagnante di fondo, fu “An Antidote For The Glass Pill” degli albionici Lychgate – secondo full-length del progetto che vede tra le sue menti Greg Chandler (talentuoso produttore, noto al di fuori di queste pagine soprattutto per la militanza negli Esoteric) e che all’epoca aveva colpito per l’inedita commistione di destrutturazione sinfonica in cui gli organi erano pedissequamente legati a doppio filo, sfiorando la sincronizzazione esasperata, con il rffing e persino con i tocchi del batterismo. Detta così può sembrare banalmente non così una novità, ma -provare per credere- il modo in cui i Lychgate realizzarono la loro idea di fondo -alternando picchi di pura brillantezza ad altri momenti a dir poco stagnanti- ebbe quantomeno del particolare. Da quel momento sono stati tenuti d’occhio, e torneranno nel giro di due mesi con un terzo full intitolato “The Contagion In Nine Steps”, sempre tramite Blood Music, ma questa volta prodotto da mr. Arellano nei suoi rinnovati Orgone Studios.
Per anticipare la notizia, la band fa ascoltare la conclusione di quello che sarà il disco (a loro dire addirittura una sezione da considerarsi outro dell’album, la cui restante parte andrà ascoltata con più omogeneità).
Effettivamente, tutto quel che si può dire è che “Remembrance” ci offre dei Lychgate decisamente diversi da ciò che abbiamo sentito finora, quasi approcciandosi da vicino alle armonie in pulito degli Enslaved. Una scelta insolita che, oltre a regalarci un bel pezzo dalla grande freschezza, incuriosisce su quanto avranno da proporre i nostri questa volta.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Republic”
2. “Unity Of Opposites
3. “Atavistic Hypnosis”
4. “
Hither Comes The Swarm
5. “The Contagion
6. Remembrance

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La seconda parte della colonna di oggi vede invece protagonista qualcuno che di novità ha ben poco. Due settimane fa il primo singolo degli svedesi Necrophobic ha fatto la sua apparizione nella nostra terza playlist dell’anno, e questa domenica abbiamo anche “Tsar Bomba”. Il titolo (e ancor più il ritornello) a noi italiani farà un po’ ridere, lo so, ma -come nel caso della title-track già in anteprima- è impossibile negare il fatto di trovarsi di fronte dei Necrophobic con uno smalto e un coinvolgimento che non proponevano da un bel po’. L’EP “Pesta” dell’anno scorso (il cui brano omonimo farà parte del nuovo disco) era la prima -convincente- registrazione in studio col “nuovo” vocalist, ovvero il rientrato Anders Strokirk (il cantante del celebrato primo disco “The Nocturnal Silence”, direttamente dall’anno 1993) e “Mark Of The Necrogram” sarà quindi il primo full-length a (ri)vederlo alla prova ufficialmente dal 23 febbraio, coincidendo anche con il loro debutto sulla lunga distanza per il colosso tedesco Century Media Records dopo l’abbandono di qualche anno fa da parte di Season Of Mist.
“Tsar Bomba” mette più giri armonici di Black Metal (iper) melodico nella formula ormai collaudatamente borderline col Death dei Necrophobic e dello stile svedese più in generale, dimostrandosi più fluida della composizione comune alle ultime prove, così come apprezzato in “Mark Of The Necrogram”, con doppia cassa a nastro e velocità sostenuta a creare un pezzo trascinante, avvincente, fatto di bei riff e, nonostante l’oscurità, di un refrain tutto da cantare. Anche per gli italiani.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Mark Of The Necrogram”

2. “Odium Caecum”
3. “Tsar Bomba”
4. “
Lamashtu”

5. “Sacrosanct”
6. “Pesta”
7. “Requiem For A Dying Sun”
8. “Crown Of Horns”
9. “From The Great Above To The Great Below”
10. “Undergången”

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Matteo “Theo” Damiani

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