Weekly Playlist N.45 (2018)

 

La selezione di brani che vi proponiamo questa volta è abbastanza atipica. Sì, perché questa settimana non ci ha riservato né anniversari né ricorrenze di sorta e una sola novità grazie a “La Gente Deve Sapere” martedì, quindi per ripicca abbiamo deciso di riavvicinarci agli inizi della rubrica del giovedì e dedicare un buon 70% della playlist ai nostri ascolti più disparati, disseminati nel corso di due decadi. A questo aggiungete per l’appunto l’anticipata dark italian opus (che trovate ancora in home o qui) e infine incorniciate il tutto con due grandi gemme Neofolk, i cui autori presto torneranno a farsi sentire con nuove uscite appena annunciate. È infatti per prima in programma, per il 30 di questo mese, la pubblicazione di “Essence”: ultima creazione degli inglesi Death In June. Nessun’anteprima risulta al momento disponibile, quindi noi torniamo al 1992 e a “But, What Ends When The Symbols Shatter?” da cui è estratta “The Mourner’s Bench” (originariamente “Something’s Got A Hold Of Me”, in caso siate ex-adepti sopravvissuti al reverendo Jim Jones). Dalla prima traccia della playlist passiamo così direttamente all’ultima, dove carillon e voce di Jérôme Reuter chiudono in bellezza con “L’Assassin”, proveniente dal quinto disco dei Rome, “Nos Chants Perdus” (2010), perché i prolifici lussemburghesi sono in procinto di lanciare il loro nuovo “Le Ceneri Di Heliodoro” il 18 febbraio 2019.
Presentate queste due brevi tracce, alziamo il gain delle chitarre e torniamo a ciò per cui le playlist di Pagan Storm Webzine sono note: brani lunghi, cattivi e (speriamo) sorprendenti. Dopo una settimana di pausa per la forza maggiore di un doppio anniversario lo stesso giorno, le recensioni de “La Gente Deve Sapere” sono di nuovo qui a migliorare i vostri martedì e sotto la lente non potevano che esserci questa volta i nostri Selvans e il neonato “Faunalia”, da cui ci ascoltiamo la versatile “Magna Mater Maior Mons”.
Dopo quasi un quarto d’ora di nuovissimo metallo nero e italico, si parte per un tour del Nord Europa con un lotto di pezzi scelti dalla redazione e, ovviamente, non si può non iniziare dalla terra promessa norvegese; anche perché presto alcuni dei suoi più rispettati portabandiera potrebbero tornare a ruggire: con l’annunciata ripresa dell’attività live i Kampfar confermano di essere ancora in circolazione, e nulla ci vieta di pensare che in (un non troppo distante) futuro Dolk e compagni possano tornare in studio, anzi. Del resto fino al 2006 avevamo dovuto aspettare la bellezza di sette anni per avere tra le mani “Kvass”, e se il risultato sarà bello almeno la metà di una “Lyktemenn” non ci sarà proprio di che lamentarsi. Oltrepassiamo ora il confine con una doppietta made in Stockholm che riassume passato e presente del Black Metal svedese, il primo pezzo della quale ci riporta al 1995: anno di uscita del primo full-length del piccolo culto Mörk Gryning, “Tusen År Har Gått”, di cui viene rispolverata la title-track. Dopo questo recuperone degno della famiglia Angela torniamo a qualcosa di più recente ma non certo meno malefico: dall’uscita di “Hekatomb” sarete ormai tutti avvezzi alle nefandezze di Arioch e dei suoi Funeral Mist, quindi diamo un taglio ai convenevoli e spariamo nell’etere il tormentoso gospel di dannazione “A New Light”, proveniente da “Maranatha” del 2009. Completiamo il tris scandinavo con i più celebri cugini, avanzando di un anno e riportando su queste pagine un nome tanto noto quanto ultimamente accantonato. Sarà per l’inattività compositiva imperante ormai da un lustro (anche se la macchina si sta finalmente muovendo in silenzio…), ma ogni occasione è buona per recuperare qualcosa degli finlandesi Finntroll: da uno dei loro lavori (ingiustamente) meno celebrati, il caliginoso “Nifelvind” del 2010, vi proponiamo la drammaticità di “Tiden Utan Tid”. Se prediligete qualcosa di ancora meno solare e più al riparo dalla fama, il consiglio è di mettersi tranquilli in attesa di un segnale di vita da parte di una nostra vecchia conoscenza teutonica. Pare infatti che Fyrnd stia per riportarci nei lettori i suoi Fyrnask, ad ormai due anni dagli ottimi riscontri avuti con “Fórn” nella nostra redazione… In ogni caso noi non vi abbiamo (ancora) detto nulla e proprio dall’album del 2016 abbiamo estratto “Niðrdráttr”. Finiamo questa carrellata di grandi successi di ieri e oggi con un’altra strana coppia, stavolta però tutta proveniente dalla perfida Albione. Se stravedete per tastierone esagerate e titoli ancora più pretenziosi allora avrete sicuramente un poster dei Bal-Sagoth in cameretta. Divertitevi quindi ad andare in iperventilazione cercando di ripetere titolo e disco di provenienza del brano che state ascoltando: “Summoning The Guardians Of The Astral Gate” da “Starfire Burning Upon The Ice-Veiled Throne Of Ultima Thule”. Proprio così, e se ve lo state chiedendo questo è il titolo più breve presente nel full-length del 1996. Il rovescio della medaglia a quasi chiusura della playlist odierna è qualcosa di più moderno e dal suono meno frastornante (il che è tutto un dire): stavolta rappresentata dai Winterfylleth e da “The Divination Of Antiquity”, title-track del loro quarto lavoro rilasciato nel 2014.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. Death In June“The Mourner’s Bench” (from But, What Ends When The Symbols Shatter?”, New European Recordings 1992)

2. Selvans“Magna Mater Maior Mons” (from Faunalia”, Avantgarde Music 2018)

3. Fyrnask“Niðrdráttr” (from Fórn”, Ván Records 2016)

4. Funeral Mist“A New Light” (from Maranatha”, Norma Evangelium Diaboli 2009)

5. Finntroll“Tiden Utan Tid” (from Nifelvind”, Century Media Records 2010)

6. Kampfar“Lyktemenn” (from Kvass”, Napalm Records 2006)

7. Mörk Gryning““Tusen År Har Gått” (from “Tusen År Har Gått”, No Fashion Records 1995)

8. Bal-Sagoth“Summoning The Guardians Of The Astral Gate” (from Starfire Burning Upon The Ice-Veiled Throne Of Ultima Thule”, Cacophonous Records 1996)

9. Winterfylleth“The Divination Of Antiquity” (from The Divination Of Antiquity”, Candlelight Records 2014)

10. Rome“L’Assassin” (from Nos Chants Perdus”, Trisol Music Group 2010)

Michele “Ordog” Finelli

 

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