Mgła – “Exercises In Futility” (2015)

Artist: Mgła
Title: Exercises In Futility
Label: Northern Heritage Records
Year: 2015
Genre: Black Metal
Country: Polonia

Tracklist:
1. “Exercises In Futility I”

2. “Exercises In Futility II”
3. “Exercises In Futility III”
4. “Exercises In Futility IV”
5. “Exercises In Futility V”
6. “Exercises In Futility VI”

“The great truth is there isn’t one
And it only gets worse since that conclusion
The irony of being an extension to nothing
And the force of inertia is now a vital factor.”

Ed in principio fu persino silenzio.
Perché dalla Polonia, quasi in punta di piedi, i Mgła (capitanati dal mastermind Mikołaj Żentara e coadiuvati dal batterista Maciej Kowalski, insieme anche nei Kriegsmaschine) annunciano l’arrivo di un terzo full-length che avrebbe seguito l’acclamato “With Hearts Towards None” del 2012 (Northern Heritage Productions).
Fin qui nulla di strano, direte voi, ma la novella piombata sul pubblico come un vero e proprio fulmine a ciel sereno (un silenzio totale e tombale durato tre canonici anni) non fa che dimostrare -se ancora qualcuno necessitasse- che il gossip, le chiacchiere e le stronzate non possono andare a braccetto con una squisita ispirazione e consapevolezza delle proprie capacità artistiche.
In un mondo di musica “estrema” dove vediamo giungere sul mercato (discografico?) più vini, birre e prodotti per la casa (!) che dischi degni di tale nome, un gruppo come i polacchi Mgła che, dall’alto del suo silenzio, sforna dischi ispirati senza inutili altri orpelli, non può che essere (quantomeno dovrebbe) d’esempio.

Il logo della band

Dopo il solido “Groza” con cui avevano debuttato sulla lunga distanza nel 2008, già dimostrando qualità ed intenti nel breve EP “Presence”, il salto di qualità sembrava giunto con l’ottimo “With Hearts Towards None” (ancora una volta prodotto dalla finlandese Northern Heritage, etichetta di Mikko Aspa dei Deathspell Omega, che non si è lasciata sfuggire nemmeno questo nuovo capitolo di cui ci apprestiamo a parlare in questa sede).
“Exercises In Futility”, questo il titolo dell’opera-Mgła a.d. 2015, non si discosta concettualmente dai predecessori: ancora una volta troviamo un blend di Black Metal sostanzialmente intatto e scevro da contaminazioni esterne palesi (comunque riscontrabili ad un ascolto minuzioso), ma che guarda in avanti con soluzioni a volte più morbide e moderne pur rimanendo sempre ancorato agli stilemi cardine e le emozioni negative contraddistinguenti il genere.

La band

Al momento dell’annuncio, un mese prima dell’uscita del disco, la stessa band ha rilasciato il terzo pezzo dell’album come singolo (ah, giusto, i pezzi sono ancora una volta numerati come capitoli ma non singolarmente rinominati); “Exercises In Futility III” ha subito chiarito l’intenzione, ancora una volta, dei Nostri di portare annichilimento sonoro ai padiglioni auricolari degli ascoltatori, con tuttavia una pesantezza nera e dal tratto esoterico che in precedenza non è stata poi così frequente come potrebbe, tratto in inganno, pensare un ascoltatore non avvezzo al sound del progetto che si approccia al singolo come prima manifestazione.
Tuttavia, i tratti distintivi (superbe le linee vocali che variano e giocano con le strofe e la gelida partecipazione strumentale) sono presenti anche qui, ancor più maturi e maturati che nei due capitoli precedenti anche grazie ad una visione d’insieme che si fa più attenta alla melodia, e sono confermati dal pezzo di apertura che mostra anche un miglioramento sostanziale sul versante liriche: colgo l’occasione per consigliare la lettura delle suddette a chiunque apprezzi o si approcci al disco, potrebbe in caso contrario trovarsi dinnanzi ad un lavoro a metà.
In ogni caso, il disco possiede una carica emotiva elevatissima anche senza apporto di liriche, non disdegnando una serie di passaggi smaccatamente catchy ed immediati, amalgamati ad un riffing mediamente complesso e molto vario, almeno quanto varia ed encomiabile è la prestazione di Darkside alla batteria con pattern ritmici a tratti stupefacenti, che donano vitalità e dinamica ad ogni brano in ogni sua sfaccettatura.
Sebbene ogni pezzo sia ben più che degno di nota e menzione, analizzarli tutti ora sarebbe sminuente nei confronti dell’opera che -per stessa manifesta volontà del suo creatore- va vissuta nella sua unica entità, tuttavia la traccia che ci mostra una band veramente fuori dal comune (ed un Mikołaj creare riff al limite del sublime sia per quanto riguarda le lead che le ritmiche) è senza alcun dubbio la quinta: il mood opprimente e sfibrante donato dai cordofoni distorti è malsano, devastante e, sulle accelerazioni irrefrenabili, dove i giochi sui crash e charleston hanno dell’incredibilmente efficace, va infine a collimare in un crescendo di pathos supportato da un apporto di tastiere tragicamente magniloquenti, sbucanti dalle profondità del riffing e del vortex della sezione ritmica.
Tutto questo è una costante stilistica nel disco, ma in questa occasione (e probabilmente nella sesta traccia, a seguire) si verifica ai massimi livelli.

In conclusione, una produzione nitida il giusto garantisce toni squillanti alle frequenze più alte, tenendo sempre ben definite e mai confuse quelle basse, valorizzando al massimo una capacità di scrittura di pezzi fuori dal comune.
Chiunque apprezzi il Black Metal di qualunque tipo non se lo lasci sfuggire, perché rappresenta sicuramente uno dei migliori esemplari del 2015 usciti ad oggi (nonché il miglior disco targato Mgła finora); stia alla larga invece chi non riesce a sopportare delle produzioni adeguate al contesto per un semplice limite personale: niente paura, vi rimangono gli a tratti pregevoli Satanic Warmaster e Sargeist.
Stia alla larga, ad ogni modo, anche chi crede che il Black Metal sia solo apparenza e gioco per pavoneggiare ridicolo estremismo: la profondità espressiva di questo disco non fa -e non farà mai- veramente per voi. Sarà ben più funzionale il variopinto (si fa per dire) mondo di merchandise in vendita sui più grandi mailorder del pianeta.

“There is something about the rigid posture of a proper, authentic blind.
As if extended arms reached to pass his blindness onto others.”

Matteo “Theo” Damiani

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