Column N.31 – Nova & Chaos Moon (2017)

 

Era giusto nell’ultima colonna che riflettevo su alcune delle implicazioni nemmeno troppo trascurabili dell’apprezzare musica in lingua madre. Ricorderete, dunque, sommariamente, che abbiamo trattato qualcuno che ha scavalcato ogni dubbio al riguardo. Seguono il medesimo discorso i veneti Nova, che tornano attesissimi a distanza di tre anni dal sorprendente debutto “Il Ritorno”. Chi ha già avuto il piacere lo sa: le premesse erano ottime, le canzoni già mature, quindi cosa aspettarsi da “Soli Contro Il Mondo”?
Intanto vi diciamo che il nuovo e secondo full-length del duo (ormai divenuto un quartetto) uscirà il prossimo 18 dicembre, così come il debut, per Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum. La scorsa settimana sono stati svelati in anteprima ben due brani dal disco, che solo in piccolissima parte avanzano una risposta alla domanda poc’anzi accennata. Ciononostante, la maturazione nella scrittura dell’opener “Guerra Per Il Firmamento” lascia se non altro senza il minimo dubbio qualitativo. Lo stile si fa meno marziale, decisamente più caldo e mediterraneo, molto più dinamico, il riffing più circolare, variegato e finemente architettato rispetto all’approccio direttissimo e squadrato con cui li avevamo conosciuti. Ma ciò che pù sorprende fin da subito è il grandissimo lavoro di arricchito arrangiamento svolto, che fa spaziare l’inno battagliero tra folklore, accenti ritmici di facile presa e l’inedita grande profondità donata dal rinnovato approccio vocale più naturale, avvolgente ed aderente all’evoluzione della musica qui proposta. Avremo presto modo di spendere qualche altra parola su “Soli Contro Il Mondo”, nel frattempo…

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Guerra Per Il Firmamento”
2. “Crolla L’Empireo”
3. “Pietra Della Corona Di Lucifero”
4. “
Soli Contro Il Mondo”
5. “Pendenti Da Forche”

6. “Contro Il Drago E Il Toro”
7. “Ad Apollo”
8. “Universo Campo Di Sterminio”
9. “Terra Dei Morti”

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Gli americani Chaos Moon sono stati il progetto più solitario del polistrumentista Alexander Poole (noto a chi segue queste pagine per il contributo chitarristico di un anno fa nei Martröð) fino al 2015, circa un anno dopo l’uscita dell’ultimo e non particolarmente esaltante full “Resurrection Extract” (I, Voidhanger Records 2014).
Giunti al 2017 le cose si sono fatte decisamente più interessanti nel Tennessee: inaspettatata firma di un contratto discografico con la finlandese Blood Music – eufemisticamente non habitué dalle nostre parti in quanto label ben più nota per essere concentrata sulla produzione di (passate) glorie in vinile che non su nuove uscite (anche se si segnala, tra ciò che ci compete qui, “An Antidote For The Glass Pill” dei Lychgate datato 2015 e la non troppo recente annessione dei clamorosi Akhlys al roster) – e l’annuncio del nuovo “Eschaton Mémoire” creato da un’intera band per la prima volta dalla nascita del monicker.
Per capire quanto questo possa aver influito sulla realizzazione e soprattutto sulla riuscita del quarto album della band basta in realtà ascoltare una quanlunque traccia del disco (uscito in settimana ed ascoltabile nella sua interezza grazie alle magie del BandCamp). Per la playlist di giovedì avevamo scelto non a caso la prima parte della suite che dona il titolo all’intero lavoro, quindi datemi un solo motivo per non farvi ascoltare ora la sua seconda parte, nonché atto conclusivo.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “The Pillar, The Fall And The Key (Part I)”
2. “The Pillar, The Fall And The Key (Part II)”
3. “Of Wrath And Forbidden Wisdom”
4. “Eschaton Mémoire (Part I)”
5. “Eschaton Mémoire (Part II)”

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Matteo “Theo” Damiani

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