Column N.30 – Funera Edo & Monstraat (2017)

 

È sempre un immenso piacere poter ascoltare ottima musica veicolata mediante la propria lingua madre. Necessitando però di materiale di qualità, ponendo -chi scrive- la nazionalità di una proposta come contorno evanescente e totalmente irrisorio nel criterio di giudizio in qualunque ambito, non ultimo quello musicale, è chiaro quanto sia spesso difficile trovarne taluno che non ponga un fastidioso interrogativo di fondo: sto aprezzando ciò che ascolto in quanto italiano o perché si tratta di musica unilateralmente ben fatta? Gli ultimi a scavalcare ogni possibile dubbio e a trascendere totalmente la succitata barriera mentale linguistico-campanilistica sono stati i nostri favoritissimi Progenie Terrestre Pura con “OltreLuna”, ma questa settimana i Funera Edo hanno pensato bene di non lasciarli soli, rilasciando in anteprima un nuovo brano come assaggio di ciò che vi attende in “Ars Alchemica”, secondo full-length dei romagnoli in uscita -autoprodotto in copie limitate- entro la fine di novembre.
Ci avevano lasciati con delle discrete premesse in “De Bello Heroica”, tiepido ma ancora non esaltante debutto uscito per Lo-Fi Creatures nel 2012, che faceva tuttavia intuire diverse ottime potenzialità ancora inespresse. “Contra” ci mostra la band rinnovata, migliorata e snellita ora in un più fluido terzetto, pronta ad esprimersi al netto delle sue grandi capacità (fino a cinque anni fa solo roseamente intuibili) e scrivere un pezzo combattivo, facendo persino leva sulle sonorità e declinazioni tipicamente italiane e più gloriose del genere.

Lo trovate su SoundCloud.

Tracklist:
1. “Vega”
2. “Mistica Cosmica Dell’Assoluto”
3. “Contra”
4. “Catarsis”
5. “
Ars Alchemica”
6. “Per Aspera Ad Astra”

7. “Ego Sum Deum Meum”
/
/

/
/
/
/
/
/

Vi abbiamo già proposto gli svedesi e misteriosi Monstraat nella playlist di questa settimana con la loro “Walls Of Sins”, dal momento che il duo ha rilasciato il suo secondo album intitolato “Scythe & Sceptre” per la polacca Fallen Temple. Le anteprime scelte per il pubblico sono due: il citato brano già incluso nella playlist e un altro folle affronto in musica che risponde al titolo di “Black Soils Rise”.
Sfortunatamente, nonostante sia già stato pubblicato, il disco non è reperibile all’ascolto per potersene fare un’idea (e non possiamo nemmeno farcela noi, dal momento che né alla label né alla band è interessato farcelo ascoltare per potervelo consigliare e proporre). Sappiamo solo che ci sono nove tracce, due delle quali sono intro/outro e pure una cover dei Katharsis.
No fun. No fan. No reviews. No replies.
Mandiamo quindi giù questo eccesso di pretenziosità, fortunatamente tanto raro quanto controproducente di questi tempi, e vi possa dunque bastare il presumibile grande miglioramento (rispetto al francamente dozzinale debutto) che sembrano dimostrare le note dei quattro minuti di “Black Soils Rise”.
Con approccio raw, composizione spigliata -quasi rock ‘n’ roll– che tradisce però chiara ammirazione per un certo tipo di improvvisazione tanto in voga nell’ambiente più orgogliosamente underground ed arcano svedese, furia distruttiva, decisivo slancio melodico ed evidentemente grandissimo amore batteristico per la parte più centrale dei crash, questi due matti di Köping confezionano un pezzo tanto rumoroso e sguaiato quanto affascinante.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “Intro (Scythe)”
2. “Black Soils Rise”
3. “Walls Of Sin”
4. “Angel Harvest”
5. “Of God”
6. “Into Tomb Cold”

7. “Luziferion (Katharsis Cover)”
8. “Likmaskvalsen”
9. “Outro (Sceptre)”
/
/
/
/
/
/

Matteo “Theo” Damiani

Precedente Pagan Storm News: 03/11 - 09/11 Successivo I Concerti della Settimana: 13/11 - 19/11