Column N.25 – Vreid & Ultha (2018)

 

I Vreid li attendevamo con grande curiosità da quell’annuncio di nuove registrazioni in studio dello scorso anno che fu accompagnato dalla notizia inaspettata del passaggio da Indie Recordings a Season Of Mist, e questa settimana hanno finalmente rilasciato tutte le informazioni sul loro nuovo album in studio, intitolato “Lifehunger”, corredate dall’ascolto in anteprima della title-track che ne farà parte donandogli il nome; una premessa solitamente importante che, in questo caso, non può che far ben sperare sull’immediato futuro del gruppo e del suo ottavo capitolo discografico.
Il disco uscirà il 28 settembre, come già anticipato per la prima volta tramite la nuova partner francese, e nei suoi otto inediti brani sembra promettere di non tradire lo stile ormai consolidato dai Vreid nei molti anni di carriera dopo lo scioglimento dei Windir, a giudicare dall’anteprima anche non dimentichi della vena più estrema già perfettamente amalgamata alle novità progressive del precedente “Sólverv”. Troviamo però una composizione che, per ingegno costruttivo, ci riporta anche indietro di qualche anno, più precisamente alle dinamiche proprie dell’opera magna “V” (Indie, 2011), confermando la fisiologica impossibilità per la band di rimanere ferma e di non continuare a giocare con quanto sperimentato nei vari capitoli, continuando a sorprendere per la bravura innata nello scrivere ottime canzoni. “Lifehunger” ce la riporta carica dell’intelligenza armonica, ritmica e compositiva per cui il loro Black Metal melodico è diventato così riconosciuto ed apprezzato.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Flowers & Blood”
2. “One Hundred Years”
3. “Lifehunger”
4. “The Dead White”
5. “Hello Darkness”

6. “Black Rites In The Black Nights”
7. “Sokrates Must Die”
8. “Heimatt”
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Dopo l’interessante “Converging Sins” del 2016, uscito per Vendetta Records, anche i tedeschi Ultha sono finiti nel mirino tra gli attesi al varco su queste pagine. La recente firma di un contratto con un colosso come Century Media Records ha sicuramente aggiunto il suo peso in fatto di attesa, e loro decidono saggiamente di stemperarla con una prova minore e decisamente interlocutoria: il continuo (per nome e natura) dell’EP “Dismal Ruins” di due anni fa, questa volta includendovi (solo su 10″ limitato o in versione digitale) un brano inizialmente ideato, composto e prodotto per finire su uno split con gli statunitensi Woe. L’uscita condivisa per varie ragioni alla fine non si è concretizzata, senza particolari drammi per chi scrive, ma -come capitò nel 2016 con i due pezzi salvati dallo split successivamente realizzato con i Paramnesia in altro modo- il brano intitolato “Vitrescent” non è andato sprecato: i suoi quasi dodici minuti di Black Metal atmosferico e arricchito dall’intrigante uso dei sintetizzatori, stilisticamente abbastanza diverso dai neri picchi Doom dell’ultimo full-length, spadroneggiano coprendo l’interezza della nuova uscita minore della band (che non troverete da nessun’altra parte: il pezzo NON è un’anteprima dal nuovo full in arrivo per Century Media entro la fine dell’anno) vestita ancora una volta da un Gustave Doré e le sue illustrazioni interpretative della Divina Commedia – a rispecchiare in modo sempre attuale l’inferno interiore che gli Ultha ci propongono.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Vitrescent”
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Matteo “Theo” Damiani

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