Column N.24 – Paysage D’Hiver & Sangue Nero (2017)

 

L’ipnotismo non è merce nuova in casa Paysage D’Hiver, il freddo tanto meno. Ai tempi degli esordi progetto principale del solitario compositore svizzero, il Lord dell’inverno Tobias Möckl (in arte Wintherr, o Wroth nei Darkspace) torna a rilasciare del nuovo materiale proprio con il suo output sicuramente più prolifico. Non il più famoso né tantomeno il più eccellente, in sintesi, ma sicuramente -complice una così poco accennata pulsione all’evoluzione da essere strenuamente paragonabile ad una lenta malattia terminale- il più quantitativamente fecondo.
“Schnee IV” è come il quarto appuntamento di un rendez vous ad oggi non costante ma ormai sicuro, un po’ ineluttabile e testardo, di lunghi brani proposti con l’epiteto tedesco della neve e sempre contenuti in prove minori come split e apparizioni su compilation. Questa volta troviamo i venti minuti di continuum discografico nel recentissimo split coi Drudkh. Come dicevo poco fa, chi conosce anche solo di nome il progetto Paysage D’Hiver saprà cosa attendersi da questa lunghissima e spossante ennesima tempesta di neve.
Nessunissima rivoluzione, siamo certi che Wintherr sia più che orgoglioso del moto rettilineo uniforme che rappresenta il suo stile compositivo di Black Metal atmosferico, ma col passare degli ascolti al brano ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato e un approccio molto meno monolitico, ben più melodico, meno grigiastro, più drammatico e -perché no- molto più intelleggibile e sinuoso alla radice della tormenta di ghiaccio si fa via via impetuoso e va a riprendere le intuizioni acustiche di chitarra per creare un paesaggio sonoro sicuramente in gran parte prevedibile (unicamente per contrasti e funzionalità) ma, ancora una volta, glacialmente accattivante. Vestitevi pesante.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. Drudkh – “All Shades Of Silence
2. Drudkh – “The Night Walks Towards Her Throne”
3. Paysage D’Hiver“Schnee IV”
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In opposizione, qui abbiamo invece qualcuno che fedele ad un diktat stilistico sembra proprio non volerci stare. I debuttanti Sangue Nero, enigmatico terzetto originario della Toscana, sono dei chiari amanti delle basse frequenze -tanto da inserire un didgeridoo in formazione (Black Metal)- e il loro primo full-length “Viscere” uscito per Third I Rex nella sua mezz’ora scarsa lo dimostra senza fare tanti misteri.
Misteriosa invece è la quadratura compositiva, dall’approccio fortemente sperimentale e permeata da un’aura di misticismo gnostico e mantra disarmonici -stilisticamente ma non poeticamente Orthodox- che si fanno spaventosi e particolarmente affascinanti nella quarta traccia semplicemente intitolata “IV” (come numerato è il resto degli episodi del breve full-length).
Una vena arcaicamente folkloristica e primordiale è incanalata grazie all’impiego principale del didgeridoo e di percussioni etniche aggiuntive, con buona dose di personalità ed interesse lungo i suoi terrosi sette minuti e mezzo, meno schizzati del resto del lavoro (anche perchè più preponderantemente strumentali e variegati, rinuncianti all’impiego delle malate vocals) ma carichi di densa, estremamente non convenzionale ed opprimente oscurità.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “I”
2. “II”
3. “III”
4. “IV”
5. “V”
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Matteo “Theo” Damiani

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