Column N.19 – Firtan & Cosmic Church (2018)

 

Dopo una settimana di pausa, questa domenica vola alta sulle ali di una colonna particolarmente atmosferica cominciando con qualcosa d’intrigante dal futuro prossimo. Sono i tedeschi Firtan a donarci un’anteprima dal loro sophomore album, “Okeanos”, che arriverà il 13 luglio via Art Of Propaganda Records dopo un breve EP di due tracce intitolato “Innenwelt” che, stampato da Northern Silence nel 2016, aveva già mostrato una decisiva maturazione rispetto al pur buon debutto che venne autoprodotto del 2014.
“Seegang” sarà l’opener del nuovo “Okeanos” che, corredato da uno splendido artwork ad opera del maestro Denis Forkas (ormai giustamente sempre più apprezzato e richiesto dagli artisti in ambito Black Metal) e prodotto da Markus Stock di fama Empyrium nei suoi Klangschmiede Studio E, complice la lusinga di AOP Records, con i suoi otto minuti promette di essere il disco della maturazione della band basso tedesca. Ritroviamo un raffinato Black Metal che, in linea con estetica e sensibilità peculiarmente tedesca, dipinge manifesti carichi di mistero e di un paganesimo totalmente intriso di forze naturali, restando sempre metricamente e stilisticamente harsh come da distinzione diatopica ma interessante anche nel suo mostrarsi più coraggiosamente eclettico in composizione e utilizzo di strutture e piccoli accorgimenti, sia strumentali che d’arrangiamento, che sfiorano l’eclettismo ricordando tanto l’intelligente ferocia dei latitanti Wolfhetan quanto i sostrati dal gusto sinfonico degli indimenticati Drautran.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Seegang”
2. “Tag Verweil”
3. “Nacht Verweil”
4. “Purpur”

5. “Uferlos”

6. “Siebente Letzte Einsamkeit”
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Mentre settimana scorsa è ufficialmente uscito, a parziale sorpresa visti i tempi pronosticati come decisamente più lunghi, il nuovo ed ultimo disco dei finlandesi Cosmic Church. Era nell’aria, è vero, era atteso da queste parti e non solo, ed era stato anticipato proprio su queste pagine con un buon pezzo che ciononostante faceva presagire un cambiamento che sarebbe probabilmente stato da contestualizzare in seno al disco nella sua totalità.
Quindi, com’è questo “Täyttymys”? Rappresenta davvero la realizzazione o la chiusura del cerchio di un percorso dallo sviluppo eccezionale, com’è stato il progetto Cosmic Church, che sarebbe stato lecito aspettarsi da traduzione semantica e concettuale dello stesso titolo?
, perché con malcelata punta di dispiacere di chi, come il sottoscritto, lo auspicava senza particolare indugio date le premesse ineludibili degli ultimi anni, sicuramente non è un’ulteriore maturazione rispetto allo splendore di “Ylistys” o anche solo del minore (per natura) “Vigilia”. Troviamo certamente un disco che fa ancora efficacemente perno sulle atmosfere impalpabili e malinconicamente dilatate ormai tipiche della composizione di Luxixul Sumering Auter, continuando quindi a renderlo un interprete brillante nel panorama del Black finnico, tuttavia oggi, se non per mero stile, almeno per approccio, ce lo mostra particolarmente diverso. A partire da una produzione che, sulle prime, rischia di scoraggiare l’ascoltatore per scelte sicuramente inusitate ma altrettanto poco valorizzanti l’al-solito-ottimo-operato chitarristico generale. Nessuna rivoluzione in termini, forse, se non una serie di sentori molto meno oscuri che in passato, ma l’impressione più istintiva ed iniziale può essere quella di trovarsi di fronte soltanto a un buon disco (innegabile con episodi del calibro del conclusivo donante il titolo all’intero lavoro) che tuttavia, pubblicato da un nome simile, è più facile inquadrare come un ultimo regalo agli estimatori del progetto che non allo stellare canto del cigno programmato da tempo che senz’altro qualcuno attendeva.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “I – Aloitus”
2. “II – Armolahja”
3. “III – Sinetti”
4. “IV – Huuto”

5. “V – Vangittu”

6. “VI – Alttari”
7. VII – Täyttymys”
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Matteo “Theo” Damiani

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