Column N.18 – Urfaust & Marduk (2018)

 

L’ultima volta ci avevano fatto aspettare sei lunghi anni per un nuovo full-length. Questa volta decisamente meno, solo due, dall’uscita dell’ottimo “Empty Space Meditation” che tanti consensi aveva falciato all’interno della nostra redazione durante il 2016. Annunciato un bel po’ in sordina qualche mese fa, e poco in pompa magna nonché solamente dalla label in mezzo ad altri preordini che sarebbero stati prima o dopo disponibili, “The Constellatory Practice” è il nuovo full-length degli Urfaust ed è uscito ufficialmente questa settimana, oltre ad essere come ormai consuetudine completamente ascoltabile sul BandCamp.
Forse mai come in questo caso estrapolare un pezzo, privandolo del suo giusto contesto, può essere fuorviante sullo stile dell’album o su ciò che può consegnare se ascoltato come un unico ed intenso viaggio. Premettendo che dunque l’esperienza integrale del disco risulta completamente differente dall’ascolto di un singolo brano di questo tipo, qui ed ora in una colonna settimanale, è comunque difficile rimanere impassibili e non incuriositi di fronte all’approccio che il duo nederlandese ha deciso di proporre questa volta, bene in mostra in tutto il suo splendore anche singolarmente nella lunga “Trail Of The Conscience Of The Dead”. Lentezza straziante e un oltremodo elegante finale con insieme di archi, impiegati da applausi a scena aperta, sono gli ingredienti tanto semplici quanto decisivi con cui gli Urfaust preparano la ricetta di quello che, con ogni probabilità, si confermerà presto come il loro brano migliore di sempre.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:

1. “Doctrine Of Spirit Obsession”
2. “Behind The Veil Of The Trance Sleep”
3. “A Course In Cosmic Meditation”
4. “False Sensorial Impressions”
5. Trail Of The Conscience Of The Dead”

6. “Eradication Through Hypnotic Suggestions”
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A poche settimane di distanza da quello che per molti, ma decisamente non per il sottoscritto, è stato il non si capisce bene per quale motivo deludente singolo apripista “Werewolf”, gli svedesi Marduk ci consegnano un secondo antipasto da “Viktoria”, in uscita ufficiale il 22 giugno per Century Media Records, confermando se possibile alcune delle speculazioni già vergate in quella prima occasione da chi scrive.
“Equestrian Bloodlust”, per ora purtroppo ascoltabile solo su Spotify ma già timidamente assaporato in gaudente anteprima da tutti coloro che sono andati a vederli dal vivo durante le date del tour corrente, è ricco di cambi e variazioni, della più solita violenza schiacciante per cui sono ammirati e rispettati, dell’intelligenza chitarristica nelle smitragliate di Morgan e dell’inconfondibile ferocia del piglio vocale di Mortuus che… Beh, è semplicemente la voce di Mortuus. Serve davvero altro? Veloce, breve, devastante e dritto al sodo, ma ciononostante ricco di dettagli che come sempre sanno fare la differenza.

Lo trovate su Spotify.

Tracklist:

1. “Werwolf”
2. “June 44”
3. “Equestrian Bloodlust”
4. “Tiger I”
5. “Narva”

6. “The Last Fallen”
7. “Viktoria”
8. “The Devil’s Song”
9. “Silent Night”

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Matteo “Theo” Damiani

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