Column N.16 – Marduk & Altar Of Perversion (2018)

 

Quindi, i Marduk si sono messi a fare Reggae?  No, ed è con loro che torniamo dopo una settimana di pausa a parlare in questa sede di uscite attese e relative anteprime. La band svedese tornerà con un nuovo full-length, il quattordicesimo della loro ormai lunghissima carriera, che si intitolerà “Viktoria” e vedrà la luce il prossimo 22 giugno nuovamente per Century Media Records, così come accadde per “Serpent Sermon” nel 2012 e per l’ultimo “Frontschwein” tre anni fa.
Un disco che sarà breve (poco più di mezz’ora di timing complessivo), che ha un artwork semplice e dall’efficacia propagandistica, e che -complice il ritorno alle tematiche bellicose già nell’ultimo album- faceva subito occhiolini al celebre “Panzer Division Marduk” a non finire. Ci pensa tuttavia l’introduzione del pezzo opener estratto in rapida anteprima a far tirare un sospiro di sollievo a quelli come me e a far gridare allo scandalo chi ancora reputa Legion il cantante del gruppo. Dopo soli quindici anni.
In soli due minuti spaccati, senz’altro povero come antipasto per lunghezza e sicuramente più assimilabile ad una introduzione concettualmente simile a “Nowhere, No-One, Nothing” da “Wormwood” (2009), “Werwolf” narra la vicenda storica dell’omonima operazione segreta tedesca messa in atto sul finire della seconda guerra mondiale, riportandoci la band alle prese con un pezzo lineare e dall’inaspettata semplicità Punk (più di un richiamo agli sforzi paralleli del solo Morgan nei Death Wolf), con una discreta atmosfera Rock ‘N’ Roll e l’inedita apparizione di un coro di voci bianche a gridare (coerentemente con tema e lyrics) inquietantemente a squarciagola nel ritornello. Sorpresa sì, rivoluzione no, scandalo nemmeno.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:

1. “Werwolf”
2. “June 44”
3. “Equestrian Bloodlust”
4. “Tiger I”
5. “Narva”

6. “The Last Fallen”
7. “Viktoria”
8. “The Devil’s Song”
9. “Silent Night”

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Gli Altar Of Perversion non sono un’anticipazione quanto invece un decisivo ritorno, se parliamo di una colonna settimanale, dato che hanno ufficialmente rilasciato il loro nuovo doppio album la scorsa settimana tramite Norma Evangelium Diaboli e l’avevamo già presentato inizialmente qui con l’anteprima della lunghissima :She Weaves Abyssal Riddles And Eorthean Gates: (inclusa anche in playlist qualche giovedì fa).
Anche tutto il resto di “:Intra:Naos:” è lunghissimo, spalmato su due dischi da un’ora l’uno, tuttavia il risultato finale (sia complessivo che singolare) è d’altissimo interesse in ogni suo aspetto e punto. Si era già parlato dell’approccio profondo e decisamente oscuro dell’opera della band nostrana, ambiziosa e particolare per composizione e proposta originale: un Black Metal carico di misticismo arcano e chitarrismo deformemente peculiare che si avvolge in strutture spiraleggianti con opprimenza Dark-Ambient a fare capolino. L’intero disco è ora ascoltabile su BandCamp eccetera, quindi sarebbe un errore non cogliere l’occasione per farvi gustare anche una parte del secondo nexion (aka disco). Nella fattispecie, la corposità dei venti minuti di un pezzo come “:Cosmic Thule, Inner Temple:” mostra ottima parte delle risorse che i nostrani mettono in gioco nel loro enorme ritorno discografico.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:

(CD I)
1. “:Adgnosco Veteris Vestigia Flammae:”
2. “:She Weaves Abyssal Riddles And Eorthean Gates:”
3. “:Behind Stellar Angles II:”

(CD II)
4. “:Cosmic Thule, Inner Temple:”

5. “:Subcosmos Archetypes:”

6. “:Through Flickering Stars, They Seep:”
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Matteo “Theo” Damiani

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