Column N.13 – Altar Of Perversion & Totalselfhatred (2018)

 

Gli Altar Of Perversion sono parte di quellla cricca di gruppi italiani che non diresti mai siano italiani.
Degli eletti, musicalmente e in sostanza parlando, probabilmente già noti solo alla più ristretta cerchia di indomiti scopritori delle realtà nostrane più cupe e nascoste, attivi dal ’97 ma con una discografia a dir poco esigua se rapportata all’attività celata degli ultimi vent’anni più uno. Occulti quanto la loro musica, dopo un solo full-length rilasciato per End All Life (divisione di NoEvDia) alle porte dei ’00 e un’attesa durata ben diciassette anni (seppur inframmezzata da un EP nel 2006 che, a giudicare dal titolo, sembra peraltro preludere a ciò che stiamo per presentare in questa sede) i nostri torneranno il 15 aprile con un voluminoso e se non altro ambizioso doppio album dalla durata di un’ora a disco.
“:Intra Naos:” verrà rilasciato questa volta tramite Norma Evangelium Diaboli, graziato da un artwork a dir poco affascinante ad opera del talentuosissimo Denis Forkas (i più buongustai lo ricorderanno senz’altro per “Thrice Woven” dei Wolves In The Throne Room, solo lo scorso anno, quelli che di buon gusto ne hanno invece un po’ meno forse per i Behemoth del non solo “The Satanist”), ed è annunciato e presentato al pubblico con “:She Weaves Abyssal Riddles And Eorthean Gates:” che dall’alto del suo quarto d’ora di curioso sviluppo ci mostra un approccio significativamente più complesso, esoterico, intelligentemente curato e strutturato di tutto ciò con cui la band l’ha preceduto negli anni. Disarmonia notevolmente sviluppata e maturata, crescita d’interesse esponenziale rispetto ad una composizione decisamente più profonda e studiata ma che non va mai a minare (anzi, aumenta) l’oscurità soffocante con cui il Black Metal occulto degli Altar Of Perversion -in previsione di “:Intra Naos:”– riesce già ad ipnotizzare l’ascoltatore tra le sue spire.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:

(CD I)
1. “:Adgnosco Veteris Vestigia Flammae:”
2. “:She Weaves Abyssal Riddles And Eorthean Gates:”
3. “:Behind Stellar Angles II:”

(CD II)
4. “:Cosmic Thule, Inner Temple:”

5. “:Subcosmos Archetypes:”

6. “:Through Flickering Stars, They Seep:”
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E poi c’è della musica che semplicemente entra dentro e colpisce nel segno. Non è nella maniera più assoluta la prima volta né sarà l’ultima su queste pagine, e -che si creda o meno a queste parole che hanno qui l’importanza che trovano- vi è della fortuna nel potersi permettere di scriverlo con sincerità. Tuttavia, ogni volta che accade anche solo per un rapido momento, non può essere che una sorta di benedizione. Se appunto di gioia, o sentimenti luminosamente simili, anche solo dall’esterno, si può parlare ascoltando i finlandesi Totalselfhated.
La band pubblicherà finalmente il suo terzo full-length il prossimo 27 aprile, nuovamente per la francese Osmose Productions, a distanza di ben sette anni da “Apocalypse In Your Heart”.
“Solitude”, un titolo all’apparenza inflazionato o scontato per musica che si rivela essere tutto tranne che tale, ci è anticipato con ben due pezzi in anteprima (i primi due che apriranno l’album, che ne conterrà cinque per un totale di circa tre quarti d’ora di nuove sinfonie della tormentata band). Il secondo, “Cold Numbness”, questa settimana ci ha fatto venire i brividi e gustare la grande abilità del gruppo nel creare un Depressive Black che -come solo i più talentuosi della risma- non rimane nemmeno per un istante fermo nella sua stagnante pozza di lacrime, bensì, con grandissima onestà ed autenticità, la usa come specchio per guardare in alto e regalare una foto di splendore musicale che intreccia la personalità del gruppo (marcata da sintetizzatori, archi e un rigoglire melodico in contrasto sinergico con la mancanza di speranza – mai monocromatica per i Totalselfhatred) con i più pregiati fattori stilistici della situazione.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Solitude MMXIII”
2. Cold Numbness”
3. “Hollow”
4. “
Black Infinity
5. “Nyctophilia
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Matteo “Theo” Damiani

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