Column N.08 – Primordial & Paysage D’Hiver (2018)

 

Si avvicina impetuoso il momento. La tensione carica e monta irrefrenabilmente nell’aria durante l’ascolto di “To Hell Or The Hangman”, che nei suoi sette minuti ci mostra i Primordial alle prese con un (altro) inedito volto, nuovamente, volontariamente e sfacciatamente spiazzante, come anteprima da “Exile Amongst The Ruins” (in arrivo a fine marzo per Metal Blade). Gli irlandesi vanno  pescare in territori reminiscenti goth, o se preferite dark, e più propriamente Post-Punk scatenando il McCoy interiore. Un’altra novità, dopo la così semplice e così dolorosa “Stolen Years”, che (se non assoluta ai più attenti conoscitori dell’operato della band, che ne abbiano ormai carpito il background artistico) non fa altro che aumentare tutto l’interesse presupponibile nei confronti della nuova uscita dei cinque di Dublino. Se non altro, quello del sottoscritto.
L’inimitabile voce di Alan Averill è nervosa, vibrante e sempre più tesa al limite come corda di violino, mentre il batterismo di Simon O’Laoghaire si adagia concentrico nella più riconoscibile tradizione di musica crepuscolare albionica dagli 80s in un crescendo di apprensione che non si stempera e non rilascia la presa. E se la novità dovesse a parole sembrare troppo grande, nessuna paura: ci pensa ovviamente la coppia MacUiliamO’Floinn con le sue smandolinate a tenere la situazione in ambito immediatamente, totalmente ed inconfondibilmente riconoscibile come Primordial e nient’altro che tale. L’ombra della forca si allunga…

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Nail Their Tongues”
2. “To Hell Or The Hangman”
3. “Where Lie The Gods”
4. “
Exile Amongst The Ruins”
5. “Upon Our Spiritual Deathbed”

6. “Stolen Years”
7. “Sunken Lungs”
8. “Last Call”

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Qualcosa di così nuovo da essere in arrivo e qualcosa di nuovo ma già uscito. Il secondo pezzo di oggi fa senz’altro parte dell’ultima categoria, ma non è comunque qui per caso. Ci eravamo lasciati parlando dei Paysage D’Hiver solo martedì per via dei vent’anni trascorsi dalla prima tripletta di uscite discografiche, includendo anche “Der Baumman” dal 1998 in playlist, ma per quanto riguarda del nuovo materiale l’ultimo stop era stato invece lo scorso settembre in occasione della brillante prova sul loro lato dello split coi Drudkh, elogiando “Schnee IV”. Nell’omertà più totale, qualche mese dopo, sul finire del 2017, il nostro Wintherr ha pensato bene di buttar fuori un pezzo ancora più bello del precedente (anche se, a giudicare dalla numerazione, pare non essergli antecedente in ordine cronologico o almeno concettuale). Anche questa volta lo spazio per la pubblicazione di un nuovo brano -della bellezza di venti minuti scarsi- è sfortunatamente uno split limitato (in vinile, ça va sans dire) con il compagno di label Nordlicht (in tutti i sensi, dato la coppia gestisce da due decenni la casereccia ma affascinante Kunsthall Produktionen).
Proprio tramite la loro etichetta i due hanno prodotto quest’ennesima operazione congiunta; e vi starete chiedendo: perché parlarne solo ora? La risposta è semplicissima: perché, nonostante sia uscito sottobanco sul finire di novembre (non affannatevi neanche, immediatamente esaurito), consci del seguito ormai oceanico l’ascolto digitale è stato rilasciato soltanto settimana scorsa.
Quindi ci gustiamo finalmente “Schnee III” che porta sul lettore diciassette minuti di freddo glaciale come si conviene al progetto, ma in modo forse più rifinito e studiato che mai – una costruzione invidiabile, comprensiva d’introduzione e commiato finalmente perfetti, che crea uno sviluppo coerente ed avvincente in cui i vortici chitarristici (decisamente meno dronici del solito) vengono ritrovati persino dal ritorno del violino che stempera con malinconia e spessore emotivo l’andamento altrimenti epico e maestoso del brano. Quasi un peccato non sia (ancora?) stato incluso in un eventuale full-length, Wintherr potrebbe a mani basse aver realizzato una delle sue migliori composizioni in assoluto a nome Paysage D’Hiver.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. Paysage D’Hiver“Schnee (III)”
2. Nordlicht – “Füür Rouch Ruäss”
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Matteo “Theo” Damiani

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