Column N.02 – Pillorian & Nightbringer (2017)

 

Piacciano o meno, gli Agalloch hanno lasciato qualcosa. Che sia anche solo antipatia, in alcuni casi, ma l’hanno fatto. Tra gli eventi nefasti, per molti, che hanno colpito il mondo della musica nel 2016 -sia essa di nicchia o meno- troviamo sicuramente il loro scioglimento.
Ora, ricordare un’annata per le perdite in campo musicale e non per le aggiunte è tanto obiettivamente quanto eufemisticamente riduttivo, in parte finanche scorretto o al minimo pigro, specie quando lo scioglimento della band in questione ne ha create ben due distinte e considerato che Prince non ve lo ridarà nessuno. E neanche Bowie.
Ma ora il 2016 è finalmente archiviato e possiamo di nuovo concentrarci sulla nuova musica. Quella che sta nascendo, dico. No?
I Pillorian sono una delle due nuove realtà nate dal break-up della nota band di Portland, quella attualmente capitanata dal main-man John Haughm (a cui, volendo essere maliziosi, l’estetica e la direzione del precedente progetto erano totalmente imputabili). Sarebbe un errore, tuttavia, cercare nei Pillorian gli Agalloch:
1. Si tratta di un nuovo progetto e non di un cambio di nome.
2. I componenti sono diversi, lo è il genere suonato, e nel trio troviamo anche Trevor Matthews dei già acclamati Uada.
Il debutto della neonata band arriverà il prossimo 10 marzo tramite Eisenwald Tonschmiede e s’intitolerà “Obsidian Arc”. Durante la settimana un brano è stato rilasciato come singolo apripista, “A Stygian Pyre”, in cui troviamo i Nostri dileggiarsi in qualcosa che potremmo ascrivere allo stile più cupo e sulfureo degli Agalloch di “Faustian Echoes” dileggiantisi in cover dei Dissection. Il tutto suona già personale, i musicisti sono navigati (specie Haughm, che vi è da giurarci componga) e il risultato ne risente a dir poco positivamente.
In attesa di sentire cos’altro proporrà il nuovo progetto, “A Styigian Pyre” è quantomeno un gran bel biglietto da visita.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “By The Light Of A Black Sun”
2. “Archaen Divinity”
3. “The Vestige Of Thorns”
4. “Forged Iron Crucible”
5. “A Stygian Pyre”
6. “The Sentient Arcanum”
7. “Dark Is The River Of Man”
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Bando ai giri di parole: chi scrive non è nella maniera più assoluta un estimatore dei Nightbringer. Al contrario, reputa il progetto -anziché che portatore di oscurità- araldo di prolissità e soluzioni in definitiva quasi sempre ridondanti, ripetitive e prive di mordente.
Tuttavia, recentemente, il tuttofare Naas Alcameth si è distinto egregiamente in altri progetti qualitativamente ben più proficui. Non solo gli Akhlys di quel gran disco che risponde al nome di “The Dreaming I”, ma anche i Bestia Arcana (con l’annuncio di un secondo album, tramite trailer, dal sound incredibilmente promettente nonché virante nella direzione della più recente uscita parallela) sembravano aver incanalato i migliori sforzi compositivi del Nostro, con uno stile sempre più personale, riconoscibile ed interessante.
La Season Of Mist Records annuncia in settimana l’uscita di “Terra Damnata”, quinto full-length della band che giungerà sugli scaffali il prossimo 14 di aprile a distanza di tre anni dal monolitico (privo di accezione positiva) “Ego Dominus Tuus”, rilasciando un brano in anteprima. “Serpent Sun” chiuderà il disco e potrebbe tranquillamente uscire da “The Dreaming I” da quanto questi attuali Nightbringer sembrano somigliare al progetto Akhlys (o al trailer di “Holókauston”). Comunque scevri dal costrutto di musica Dark-Ambient che caratterizza lo spessore del citato impegno parallelo (al lavoro su un terzo album e fresco di contratto con la suomi Blood Music), i Nightbringer anno 2017 paiono suonare finalmente freschi, maligni, melodici e grandemente suadenti. Quasi sorprendenti.

Lo trovate su YouTube.

Tracklist:
1. “As Wolves Amongst Ruins”
2. “Misrule”
3. “Midnight’s Crown”
4. “Of The Key And Crossed Bones”
5. “Let Silence Be His Sacred Name”
6. “Inheritor Of A Dying World”
7. “The Lamp Of Inverse Light”
8. “Serpent Sun”
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Matteo “Theo” Damiani

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